Franca Centonze: chi è?
Bene, eccomi qua, caspita, questa domanda è veramente impegnativa, mi sento quasi sul lettino di uno strizzacervelli... scherzo ovviamente, dunque, la risposta è: sono una che ha bisogno di appassionarsi e di mettersi alla prova su terreni diversi: quando ero più giovane il mio interesse si rivolgeva alle attività fisiche, oggi che sono una "nonnina" ed i limiti fisici si fanno sentire, mi dedico ad attività più tranquille. Il tutto sempre condito da grande entusiasmo, di durata variabile dall’anno in su. In poche parole, quando sono presa da una nuova "passione", mi ci butto a capofitto "con tutti i piedi", ma non si sa quanto dura perché... sono un po’ volubile. Al momento la fotografia mi "acchiappa" tantissimo, diciamo che sono ancora nella fase dell’innamoramento, ma nessuno può dire se diventerà amore; credo comunque di potermi definire fotoamatrice.
Quando hai iniziato a fotografare?
Nel 1958, quando mio nonno giornalista del Lavoro e del Secolo XIX mi ha regalato una macchinetta di cui non ricordo altro se non che mettere il rullino era un gran casino. Da allora ho sempre fotografato esclusivamente per immortalare amici e parenti o momenti gradevoli e importanti della mia vita, senza mai pormi l’obiettivo di trasmettere con l’immagine, ma solo di fissare nella memoria. Quattro anni fa, dopo un lungo periodo dedicato al montaggio dei video, sono stata folgorata dalla "rivelazione": lo stesso soggetto, fotografato contemporaneamente da due persone diverse, può avere una capacità comunicativa estremamente diversa a secondo dell’abilità del fotografo... ho scoperto che la fotografia può essere arte, come la pittura, ma che, per fortuna, non necessita della stessa "abilità" manuale.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non lo so ancora, quello che è certo è che mi piace fotografare tutto ciò che mi colpisce gradevolmente; per semplificare amo fotografare quello che io ritengo "bello" o divertente o piacevolmente interessante, i paesaggi naturali o artistici che mi riempiono di ammirato stupore, gli atteggiamenti buffi del mio prossimo, le espressioni particolari sul viso della gente, la spontaneità sul volto dei bambini ed il carattere sul viso di un modello. So che non amo fotografare ciò che mi intristisce o mi deprime, so che non mi piace fotografare il degrado, i rifiuti, le miserie umane, non sono portata per un certo tipo di reportage. Forse è una forma di difesa, forse, se volessi andare più a fondo, scoprirei chissà quali inconsci motivi all’origine di questo rifiuto, ma credo, molto più semplicemente, che la mia carica vitale, il mio amore per la vita, il mio ottimismo sfocino in questo desiderio di catturare e fermare prevalentemente emozioni gioiose, sensazioni gradevoli, con la precisa intenzione di suscitare un sorriso e una reazione positiva... meglio affrontare la vita con il sorriso sulle labbra. Per questo preferisco abitualmente i colori, che trasmettono allegria, anche se, con il tempo ho capito che alcuni scatti in b/n hanno un impatto diverso.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Molti, a cominciare da quello di base, visto che non avevo una pallida idea di che cosa fosse un diaframma. Poi ho fatto corsi tematici: foto artistica, composizione, ritratto, still life (quello che mi entusiasma meno, ma che può essere utile nelle lunghe uggiose domeniche invernali), e soprattutto quattro corsi, dal base all’avanzato su "Photoshop"... fondamentale!!! Son perfettamente conscia del fatto che non sarò mai un’artista, ma mi piace essere una buona artigiana.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Credo che, banalmente, il fascino di papà Bresson sia stato quello che mi ha creato l’ansia di emulazione e l’ammirato stupore, ma recentemente sono stata molto colpita dalla mostra di Avedon.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Dopo la macchina avuta dal nonno, ho avuto una serie di fotocamere analogiche, sempre più automatiche, poi le prime digitali che, quando stampavi la foto, le facce sembravano dei puzzle. La cosa che mi sembrava più interessante era che facessero tutte da sole e che il mio intervento si limitasse alla pressione del dito. Quattro anni fa, quando sono stata folgorata sulla via di Damasco, per mettere alla prova la mia nuova "passione" ho acquistato la Nikon D40X con il 18-135. Quando mi sono resa conto che era un po’ più di un fuoco di paglia, l’ho cambiata con la Nikon D700 e il 24-70, f2,8. Quando ho fatto il corso di ritratto, ho preso il 105 f2,8. Poi volevo arrivare più lontano, ed allora ho acquistato il Nikon 70-300, f4,5, ma devo avere la mano ben poco ferma, perché era un fiorire di "mosso" non molto creativo, ed allora, a Natale dell’anno scorso, mi sono regalata il Nikon 70-200 VRII f2,8... un salasso pazzesco, ma ne valeva la pena.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legata?
Credo non sia necessaria spiegazione della motivazione: sono i miei "gioielli".
Bene, eccomi qua, caspita, questa domanda è veramente impegnativa, mi sento quasi sul lettino di uno strizzacervelli... scherzo ovviamente, dunque, la risposta è: sono una che ha bisogno di appassionarsi e di mettersi alla prova su terreni diversi: quando ero più giovane il mio interesse si rivolgeva alle attività fisiche, oggi che sono una "nonnina" ed i limiti fisici si fanno sentire, mi dedico ad attività più tranquille. Il tutto sempre condito da grande entusiasmo, di durata variabile dall’anno in su. In poche parole, quando sono presa da una nuova "passione", mi ci butto a capofitto "con tutti i piedi", ma non si sa quanto dura perché... sono un po’ volubile. Al momento la fotografia mi "acchiappa" tantissimo, diciamo che sono ancora nella fase dell’innamoramento, ma nessuno può dire se diventerà amore; credo comunque di potermi definire fotoamatrice.
Quando hai iniziato a fotografare?
Nel 1958, quando mio nonno giornalista del Lavoro e del Secolo XIX mi ha regalato una macchinetta di cui non ricordo altro se non che mettere il rullino era un gran casino. Da allora ho sempre fotografato esclusivamente per immortalare amici e parenti o momenti gradevoli e importanti della mia vita, senza mai pormi l’obiettivo di trasmettere con l’immagine, ma solo di fissare nella memoria. Quattro anni fa, dopo un lungo periodo dedicato al montaggio dei video, sono stata folgorata dalla "rivelazione": lo stesso soggetto, fotografato contemporaneamente da due persone diverse, può avere una capacità comunicativa estremamente diversa a secondo dell’abilità del fotografo... ho scoperto che la fotografia può essere arte, come la pittura, ma che, per fortuna, non necessita della stessa "abilità" manuale.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non lo so ancora, quello che è certo è che mi piace fotografare tutto ciò che mi colpisce gradevolmente; per semplificare amo fotografare quello che io ritengo "bello" o divertente o piacevolmente interessante, i paesaggi naturali o artistici che mi riempiono di ammirato stupore, gli atteggiamenti buffi del mio prossimo, le espressioni particolari sul viso della gente, la spontaneità sul volto dei bambini ed il carattere sul viso di un modello. So che non amo fotografare ciò che mi intristisce o mi deprime, so che non mi piace fotografare il degrado, i rifiuti, le miserie umane, non sono portata per un certo tipo di reportage. Forse è una forma di difesa, forse, se volessi andare più a fondo, scoprirei chissà quali inconsci motivi all’origine di questo rifiuto, ma credo, molto più semplicemente, che la mia carica vitale, il mio amore per la vita, il mio ottimismo sfocino in questo desiderio di catturare e fermare prevalentemente emozioni gioiose, sensazioni gradevoli, con la precisa intenzione di suscitare un sorriso e una reazione positiva... meglio affrontare la vita con il sorriso sulle labbra. Per questo preferisco abitualmente i colori, che trasmettono allegria, anche se, con il tempo ho capito che alcuni scatti in b/n hanno un impatto diverso.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Molti, a cominciare da quello di base, visto che non avevo una pallida idea di che cosa fosse un diaframma. Poi ho fatto corsi tematici: foto artistica, composizione, ritratto, still life (quello che mi entusiasma meno, ma che può essere utile nelle lunghe uggiose domeniche invernali), e soprattutto quattro corsi, dal base all’avanzato su "Photoshop"... fondamentale!!! Son perfettamente conscia del fatto che non sarò mai un’artista, ma mi piace essere una buona artigiana.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Credo che, banalmente, il fascino di papà Bresson sia stato quello che mi ha creato l’ansia di emulazione e l’ammirato stupore, ma recentemente sono stata molto colpita dalla mostra di Avedon.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Dopo la macchina avuta dal nonno, ho avuto una serie di fotocamere analogiche, sempre più automatiche, poi le prime digitali che, quando stampavi la foto, le facce sembravano dei puzzle. La cosa che mi sembrava più interessante era che facessero tutte da sole e che il mio intervento si limitasse alla pressione del dito. Quattro anni fa, quando sono stata folgorata sulla via di Damasco, per mettere alla prova la mia nuova "passione" ho acquistato la Nikon D40X con il 18-135. Quando mi sono resa conto che era un po’ più di un fuoco di paglia, l’ho cambiata con la Nikon D700 e il 24-70, f2,8. Quando ho fatto il corso di ritratto, ho preso il 105 f2,8. Poi volevo arrivare più lontano, ed allora ho acquistato il Nikon 70-300, f4,5, ma devo avere la mano ben poco ferma, perché era un fiorire di "mosso" non molto creativo, ed allora, a Natale dell’anno scorso, mi sono regalata il Nikon 70-200 VRII f2,8... un salasso pazzesco, ma ne valeva la pena.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legata?
Credo non sia necessaria spiegazione della motivazione: sono i miei "gioielli".
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Continuare a fotografare quando ne ho voglia e finché la cosa mi divertirà e mi darà piacere.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto in alcune mostre collettive nell’ambito del circolo fotografico cui sono iscritta ed anche in una personale di cui allego la locandina. Credo che il titolo che ho scelto per questa mostra chiarisca nel migliore dei modi quello che dicevo prima sulla mia visione della fotografia. Una mia foto è stata esposta a Lucca alla mostra MicroMosso "Scatti dal Web 2009" e la stessa a Serravezza sempre nel 2009, mostra curata da Libero Musetti.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
No, anche perché non ho mai partecipato... non credo che sia significativo un terzo posto ottenuto in un contest su facebook.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Variabile, visto che il mio lavoro è un altro, attualmente comunque quasi tutto il mio tempo libero.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Alcuni hanno degli evidenti errori che danneggiano anche il messaggio, altri mi piacciono e comunicano anche con gli errori, ma potrebbero essere migliori.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Non ho creato un sito personale, anche perché non saprei proprio a chi potrebbe interessare, pubblico da due anni su MicroMosso e, recentemente, su MaxArtis, oltre che, ovviamente, su Facebook.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Credo che la cosa più importante sia divertirsi, fotografare per se stessi e non cambiare strada per compiacere i gusti degli altri. Credo anche che sia importante imparare le basi della tecnica, perché non si diventa grandi velisti se non si sa che effetto ha il vento sulle vele e non si conoscono i principi della dinamica. Credo che sia bene non raccontare balle a se stessi ed agli altri... se ho sbagliato i tempi o il diaframma di uno scatto e la foto è un gran casino, non la faccio passare per mosso creativo, la cestino e basta. Credo, soprattutto, che non ci si debba mai prendere troppo sul serio, né montare la testa.
Il mio mare
Per sorridere
La street
Still life
Il ritratto
La bellezza
Come trasformare un’errata esposizione
Fotografie: © Franca Centonze
Continuare a fotografare quando ne ho voglia e finché la cosa mi divertirà e mi darà piacere.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto in alcune mostre collettive nell’ambito del circolo fotografico cui sono iscritta ed anche in una personale di cui allego la locandina. Credo che il titolo che ho scelto per questa mostra chiarisca nel migliore dei modi quello che dicevo prima sulla mia visione della fotografia. Una mia foto è stata esposta a Lucca alla mostra MicroMosso "Scatti dal Web 2009" e la stessa a Serravezza sempre nel 2009, mostra curata da Libero Musetti.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
No, anche perché non ho mai partecipato... non credo che sia significativo un terzo posto ottenuto in un contest su facebook.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Variabile, visto che il mio lavoro è un altro, attualmente comunque quasi tutto il mio tempo libero.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Alcuni hanno degli evidenti errori che danneggiano anche il messaggio, altri mi piacciono e comunicano anche con gli errori, ma potrebbero essere migliori.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Non ho creato un sito personale, anche perché non saprei proprio a chi potrebbe interessare, pubblico da due anni su MicroMosso e, recentemente, su MaxArtis, oltre che, ovviamente, su Facebook.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Credo che la cosa più importante sia divertirsi, fotografare per se stessi e non cambiare strada per compiacere i gusti degli altri. Credo anche che sia importante imparare le basi della tecnica, perché non si diventa grandi velisti se non si sa che effetto ha il vento sulle vele e non si conoscono i principi della dinamica. Credo che sia bene non raccontare balle a se stessi ed agli altri... se ho sbagliato i tempi o il diaframma di uno scatto e la foto è un gran casino, non la faccio passare per mosso creativo, la cestino e basta. Credo, soprattutto, che non ci si debba mai prendere troppo sul serio, né montare la testa.
Il mio mare
Per sorridere
La street
Still life
Il ritratto
La bellezza
Come trasformare un’errata esposizione
Fotografie: © Franca Centonze
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio di cuore mio marito che si presta a farmi da sherpa "camallandosi" (dal genovese camallo = scaricatore del porto) uno zaino che pesa circa 7 chili... grazie per la pazienza, e grazie ai miei figli che hanno arricchito la mia vita, l’ultimo inestimabile regalo che ho ricevuto da loro sono i miei due splendidi nipotini.
Ringrazio di cuore mio marito che si presta a farmi da sherpa "camallandosi" (dal genovese camallo = scaricatore del porto) uno zaino che pesa circa 7 chili... grazie per la pazienza, e grazie ai miei figli che hanno arricchito la mia vita, l’ultimo inestimabile regalo che ho ricevuto da loro sono i miei due splendidi nipotini.
Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay
Complimenti Franca, bella l'intervista e bellissime le tue foto!
RispondiEliminaI ritratti sono veramente belli quasi dei dipinti!Anche le altre foto che hai postato sono interessanti, si vede la tua vena ironica e divertente!
Splendida la tua tua trasformazione dell'errata esposizione(è la terrazza che si trova a Taormina?).
E' bello vedere che pur mantenendo un tuo stile, spazi nei soggetti e nella tecnica...siamo stufi di vedere sempre e solo bianco e nero!!
Complimenti anche per gli splendidi nipotini!
Giulia
Letta e gustata senza indugio. Ti rendo, per quel che vale, il sorriso che mi regali.
RispondiEliminagigi bianconi
Carissima
RispondiEliminaSiamo molto felici da vedere che ancora continui ad essere cosi entusiasta come quando ti abbiamo conosciuto.
Continua a lavorare bene come lo hai fatto con noi, questo ci da molta gioia.
Salve. Mitsuko ed Hector