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mercoledì 7 dicembre 2011

Fotografi nel web #161: Amarillis Cargnin



Amarillis Cargnin: chi è?
Amarillis Cargnin è come prima cosa "un'artista", è così che amo definirmi. Sono nata a Roma ed ho 24 anni, sono una fotografa professionista, specializzata in ritrattistica e moda alternative. Mi sono affibbiata l'aggettivo di artista non solo per quello che faccio, ossia la fotografa ,ma soprattutto per il mio modo di pensare, per il mio modo di essere e per ciò che amo. Sono cresciuta in mezzo alla musica classica e lirica, ed è stata forse questa sensibilità che mi ha portata ad amare molte altre forme d'arte, come la pittura, la poesia, la scultura e la scrittura. Chi mi conosce può definirmi "estremamente creativa", e credo sia vero, ho costruito all'interno di me un mondo segreto dal quale scaturiscono le idee per i miei set, le parole per le mie poesie e le frasi per i miei scritti incompleti. Amo moltissimo anche disegnare, anche se sono purtroppo negata, o forse troppo autocritica per poter finire un quadro o un disegno. Molta della mia creatività è merito dell'amore che ho per il cinema, che continuamente mi regala gli imput giusti per creare un'idea.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare per hobby 5 anni fa, è cominciato tutto per gioco e vanità. Una serie di interminabili pomeriggi da studente, che vengono puntualmente rallegrati dall'arrivo di amici a casa tua, ecco com'è cominciata: "Dai facciamoci delle foto! Così ci possiamo pavoneggiare su Myspace!" Dapprima mi sentivo molto più a mio agio davanti all'obbiettivo, era bello interpretare sempre una parte diversa, sono sempre stata un'esteta e scoprire la fotografia come modella era diventato per me quasi una droga. Mi ricordo appunto queste preparazioni lunghissime in cui il trucco, l'abito e le pettinature dovevano essere perfette. Ciò che volevo era che, dalle foto pubblicate, ne uscisse fuori un personaggio, una me completamente diversa dalla verità. Per qualche tempo ho anche pensato seriamente di intraprendere la carriera di modella alternative, ho posato anche per alcuni fotografi, ma nessuno di queste persone, tranne chi veramente mi conosceva, riusciva a tirare fuori da quelle immagini quello che veramente desideravo vedere. In quel momento credo di aver capito l'importanza del far sentire a proprio agio la persona che fotografo, di farla sentire partecipe di un gioco, non di un lavoro, la comunicazione capii era essenziale per poter rompere il ghiaccio e rendere i miei soggetti più tranquilli in quella situazione, che si parlasse di professionisti o anche di persone che lo fanno per la prima volta, e come spesso accade possono sentirsi impacciate e insicure di se stesse. Poi un giorno è successo che il mio amico chiedesse a me di fotografarlo, dire che fu amore a prima vista è poco! In quel preciso istante dietro all'obbiettivo capii che era tutta un'altra storia, e che ero io l'artista, ero io che comandavo quel gioco, che lo giostravo a mio piacimento, con inquadrature fuori dal comune o con una creatività spiccata. Così di giorno in giorno, ogni volta che prendevo la digitale in mano, sentivo che quello che stavo facendo era davvero appagante. Ci misi poco a capire cosa volessi fare, e per me fu una gioia incredibile, visto e considerato che prima di quel momento non avevo deciso cosa fare del mio futuro, sapevo solo che il mio mondo era l'arte ma non sapevo quale. Quando decisi di iscrivermi alla Scuola Romana di Fotografia, la mia tecnica era praticamente assente, la postproduzione poi per me era solo "smanettare con qualche effetto" con il programma Picasa. Eppure anche se quelle immagini erano prive di ogni tipo di studio, avevano scelte di inquadrature e tagli molto chiare, che poi ho continuato a mantenere nel tempo, ed anche ora è così, conosco la tecnica, ma amo sfidarla, giocarci, decidere cosa voglio che gli altri vedano. Credo però che sia giusto dire che nella mia famiglia, fin da piccola, ho subìto la presenza di una macchinetta fotografica, mio padre è un amante della fotografia, e da giovane ha studiato da autodidatta, quindi forse dire che la fotografia era nel mio sangue non è del tutto una bugia.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Ho un amore spropositato per le persone, amo fare ritratti e foto di moda. Nell'accademia che ho frequentato fin dal primo anno ho seguito un corso che mi permettesse di apprendere il mondo della fotografia a 360°, ho studiato vari generi diversi, reportage, still life, visual art, e studio. Immagino succeda a tutti al principio di essere spaesati e, con così tante nuove nozioni da imparare, di non sapere bene dove puntare la tua scelta, eppure a me non è successo, è successo come a scuola, sapevo cosa mi piaceva e cosa non mi piaceva, cosa mi riusciva meglio e in cosa mi dovevo sforzare maggiormente per un risultato soddisfacente. Io ho sempre saputo che fotografare le persone era ciò che più amavo fare, il rapporto con i soggetti, l'espressione del corpo del viso, gli occhi... tutte cose che mi hanno sempre affascinato più di altro. Non nego che durante questo primo anno di "infarinatura generale", io abbia appreso moltissimo. Ormai però la mia fotografia si può dire vada quasi solo in una direzione unica, le persone. Anche se ci sono alcuni progetti che ho lasciato in sospeso e che vorrei riprendere che vedono lo studio di alcuni oggetti e l'assenza più totale della presenza umana.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, ho frequentato la Scuola Romana di Fotografia per 3 anni, e sono alla continua ricerca di master di aggiornamento, per tenermi al passo e poter apprendere ancora.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Beh, ce ne sono davvero molti, anche se del passato effettivamente non ho molti nomi da fare, forse perchè amo il colore e la fotografia "vintage" era in bianco e nero. Comunque ecco, del passato i maestri che ammiro e che mi ispirano sono sicuramente Henri Cartier Bresson, ciò che amo di più nei suoi lavori sono due cose, la scelta dei soggetti e il tempismo. Credo che la frase "cogli l'attimo" si addica particolarmente al suo lavoro, ed in fondo per un reportagista credo non ci sia cosa più fondamentale. Uno dei miei più grandi amori del passato è sicuramente Diane Arbus, la sua genialità e la sua mente "alternative" hanno regalato al mondo una nuova visione, abbattendo ogni canone di bellezza. Le sue immagini sono così crude che ti toccano profondamente l'anima, e se riesci a fare questo, allora rimarrai immortale per sempre. Man Ray che per me rappresenta il genio dell'eleganze e delle bellezza. Andando invece ai grandi fotografi più recenti che ammiro, in cima alla classifica Eugenio Recuenco, perchè è un genio del male! Cosa posso dire della sua fotografia, a volte dubito persino che lo sia, è più una forma di pittura la sua! Quando guardo le sue foto penso: "è un immagine completa, vorrei questo per le mie foto". La sua postproduzione è illuminante, l'atmosfera di ogni scatto, i suoi soggetti, i particolari più minimi, tutto è pura arte! Seguito al secondo posto troviamo Miles Aldrige e David La Chapelle, li metto insieme perchè i colori che usano e l'eleganza con la quale li utilizzano fà di loro i più grandi in questo genere. Ed ad entrambi dò l'aggettivo di "visionari". August Bradley, è un altro di quei fotografi che mi fanno emozionare, e che ammiro tantissimo, anche nelle sue immagini i colori e la genialità superano ogni standard, e rendono il tutto innegabilmente unico. E lui come pochi è uno di quei fotografi che mi conferma ogni volta che la moda può essere interpretata con immensa creatività e con uno stile proprio, non cedendo alla commercialità. Sebastiao Salgado invece, per l'intensità delle sue immagini, per il suo eccessivo uso di contrasto, che rende i suoi scatti vivi, la sua teatralità, i suoi bianchi e neri sono così pieni di melodramma, sono potenti. Adoro Salgado per il suo amore per la natura e perchè ogni volta che l'ha fotografata, ha mostrato la sua immensità e la sua potenza, mettendo l'uomo esattamente al suo posto, ossia in balia di essa. Poi c'è forse il papà della moda, che non si può non amare, Avedon, beh le sue immagini non hanno davvero bisogno di parole o adulazioni, sono semplicemente capolavori. Al posto degli innovatori colloco sicuramente Andrzej Dragan, semplicemente geniale, questa è la prima cosa che mi viene in mente. Uno dei miei primi amori è stato per Araki, anche lui molto crudo, con immagini che non lasciano nulla di trapelato, mostrano semplicemente quello che desiderano senza veli o inibizioni di nessun genere, anche se a volte sono rimasta stupita di fronte alla semplice bellezza ed eleganza del soggetto che ha catturato. Ma forse i miei lavori traggono maggiore ispirazione proprio da nomi meno conosciuti e meno grandi come quello di David LaChapelle, ma che per il mio modo di vederla riescono ad avere la mia stessa visione della fotografia: Lyndon Wave, Jamie Baldrige e Alexia Sinclair, che è forse l'unica donna dopo la Arbus che crea immagini che io amo e per la quale ho un immenso rispetto, soprattutto un "tanto di cappello" per la sua eccelsa tecnica di postproduzione.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Questa è una domanda che, purtroppo per me, "affonda il dito nella piaga". Beh, iniziamo dicendo che essendo molto giovane, fotograficamente parlando, non ho sperimentato moltissima attrezzatura. Ho iniziato con una digitale, una Sony CyberShoot, e quando mi sono iscritta all'accademia ho impugnato per la prima volta un'analogica, regalatami da mio padre, una Pentax Mx che mi ha guidata per tutto il mio percorso di rullini, diapositive e camera oscura. Poi mi è stata regalata la mia macchina attuale e che uso appunto da tre anni, una Canon 400D. Trovo che sia una macchina ottima e che se sfruttata al massimo delle sue potenzialità può fare davvero grandi cose. Ora sono in attesa di potermi permettere il mio sogno, una 5D Canon, ma purtroppo è una macchina oltre che fantastica anche molto costosa, e che per il momento non posso proprio comprare, ma che chissà magari spero presto potrò avere. In accademia ho avuto anche il piacere di scattare con alcune macchine molto belle, come l'Hasselblad e il banco ottico, anche lì mi sono innamorata della prima e del suo formato eccentico.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Una bella domanda questa! Beh diciamo che, per il momento, sto cercando di creare più materiale possibile, mi dedico anima e corpo alla conclusione di alcuni dei miei progetti più cari, visto e considerato che a gennaio partirò per il centro America. Purtroppo è risaputo ormai che qui in Italia la situazione lavorativa non è delle migliori e purtroppo sono convinta che sia quasi del tutto sparita la meritocrazia, così quando esci da un percorso di studi, con i tuoi titoli in mano, anche se esci da un'accademia prestigiosa come quella che ho frequentato, sei solo uno dei tanti. Il mercato fotografico poi ogni giorno diventa sempre più vasto e competitivo e purtroppo per chi non ha le conoscenze molto spesso ti vedi superare da persone che lo fanno solo per hobby o che magari non hanno una base tecnica, ma hanno la pura fortuna di conoscere qualcuno che conta. Quindi nel momento in cui ho preso la decisione di voler fare la fotografa nella mia vita, ho messo in conto che sarei andata via dal mio paese, ovviamente facendo prima una buona gavetta con collaborazioni varie, con stylist, make up artist, modelle/i e hair stylist, ma che soprattutto prima di partire avrei dovuto avere con me un ottimo bagaglio di lavori, con una buona tecnica e con il mio stile. Insomma se ti vuoi proporre devi poter mostrare il meglio del tuo lavoro, quindi è questo che per il momento sto facendo, creare, creare... creare. Oltre a questo, ovviamente sono sempre alla ricerca di pubblicizzarmi, così da potermi garantire almeno una piccola clientela al mese, ma purtroppo è un periodo difficile, visto e considerato che la gente non vuole più investire i suoi soldi nell'arte. Per quanto riguarda i miei progetti per il futuro, beh sono appunto di andarmene in America per un paio di mesi, fermarmi ad ogni porta di un'agenzia di moda e propormi, è vero che ho dei contatti che forse possono aiutarmi, ma non conto mai su queste cose, preferisco farcela con le mie forze. Poi magari se riuscirò a trovare quello che cerco, allora mi farò spedire tutta la mia roba e rimarrò a vivere li, facendo ciò che amo fare.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Allora, la prima volta che ho esposto è stato alla mostra d'arte erotica, Pop Porn 11 ottobre 2009 allo Shangò, mi venne richiesto di esporre del materiale erotico o comunque sia del nudo anche se velato, così non essendo il mio genere e non avendolo mai fatto, chiesi ad una mia amica di posare per me per un nudo elegante e velatissimo. I lavori piacquero molto, e riguardandoli nel corso del tempo, devo ammettere che riuscii perfettamente nella mia idea di nudo, ossia mettere in luce non la volgarità ma la gentilezza e l'eleganza delle forme di una donna. La mostra, di per sè, non fu un successo, anzi mi trovai molto male con l'organizzazione e mi promisi che non mi sarei più data così facilmente, o almeno senza sapere esattamente di che genere di mostra parlassimo e soprattutto il suo target. La seconda occasione è stata quest'anno, ho partecipato all'esposizione dei più bei lavori della mia accademia, portando due lavori diversi, di cui uno è stato poi pubblicizzato sull'Espresso. La mostra è avvenuta nella Scuola Romana di Fotografia (San Lorenzo) dal 7 luglio al 15 settembre 2011. Per quanto riguarda mostre fotografiche personali, beh qui in Italia ancora non ne ho fatte e non ne ho nessuna in previsione, a gennaio in America me ne aspetta più di una, oltre ad alcune interviste televisive, radiofoniche e su alcune riviste.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Ho partecipato fino ad ora solo a due concorsi fotografici di grosso target, ma purtroppo contava il numero di click e non possedendo così tante amicizie in rete non sono andati a buon fine. Per quanto riguarda le pubblicazioni nel 2010 ho avuto un'intervista per una rivista on line dal nome "Revolution Magazine" e appunto la pubblicazione sul sito dell'Espresso.
http://www.photoartamarillis.it/publishing.php
Da novembre invece nelle zone della Sabina uscirà un bimestrale gratuito dove ci sarà una rubrica di moda curata da me e con i miei servizi fotografici, inoltre ogni due mesi la rivista mi dà la copertina, dove appunto potrò esporre una delle foto del servizio contenuto all'interno.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Quando ho iniziato a studiare fotografia passavo almeno tre ore al giorno a studiare e documentarmi, e devo dire che adesso che ho terminato l'accademia mi trovo a dedicargli ancora più tempo. Divido i miei giorni in scatto, postproduzione e studio. Nel giorno in cui effettuo lo shooting passo dalle quattro alle massimo sette ore a scattare nel mio studio, quando invece mi trovo in esterna gestisco il tutto più velocemente, diciamo all'incirca tre ore. Terminato lo shooting ho una mia regola: "per quanto io non veda l'ora di cominciare a scremare il materiale e poi a postprodurlo, mi concedo la serata di pausa lontana quindi da photoshop o da altri programmi di fotografia". Il giorno successivo inizia il periodo di postproduzione, che se non ho scadenze può durare dalle due settimane anche ad un mese, ogni sera postproduco tre fotografie e nel farlo generalmente impiego almeno quattro/cinque ore. Amo lavorare di notte, quindi inevitabilmente finisco col fare le ore decisamente piccole. Una volta terminato il lavoro e pubblicato o consegnato mi dedico all'arricchimento delle mie tecniche fotografiche e digitali, seguo tutorial, leggo libri e studio centinaia di immagini nel web, cercando così la mia nuova ispirazione, questa fase può durare almeno tre ore al giorno.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Non saprei cosa raccontarvi, fino ad adesso non mi sono mai capitate strane situazioni, per quanto riguarda la simpatia, beh che dire ogni volta sui miei set c'è nè davvero tanta, quindi difficile individuare un momento in particolare, sono tutti stupendi ed unici!

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Come ogni artista credo di non essere mai pienamente soddisfatta, quando ti riguardi indietro ed hai guadagnato più esperienza e più competenze, pensi sempre manchi qualcosa, o che adesso avresti potuto fare di meglio. Penso che i miglioramenti si vedano proprio da questo, ogni periodo che passa tra uno shooting ed un altro è un arricchimento personale. Eppure, molto spesso entro nel mio sito e mi riguardo le varie categorie, a volte rimango soddisfatta a volte invece ritengo che alcune immagini siano "mancanti" quindi decido di cancellarle dal sito stesso. Ma ritengo che ogni mio scatto sia un mio tesoro, anche il peggiore... forse perchè ognuno di loro mostra un piccolo frammento di me.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Le mie foto nel web sono sparse in vari siti fotografici e di modelle, oltre che su i più importanti siti di social network come appunto facebook (dove mi trovate con il mio nome e cognome), ma sopratutto il mio sito web in costante aggiornamento: www.photoartamarillis.it

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non demordete mai, nemmeno quando vi dicono che le vostre fotografie non sono belle o che nessuno le pubblicherebbe mai, siate testardi e seguite la direzione che avete deciso, senza dubitare mai nemmeno per un secondo del talento che voi sapete di possedere. Ma siate allo stesso tempo umili nell'ascoltare i consigli di chi ne sa più di voi, o anche di un semplice amico che guarda una vostra fotografia, e sopra ogni cosa studiate, studiate,studiate! Non siate così sicuri di voi da presumere che conoscete la tecnica e che nessuno ha nulla da insegnarvi, siate voraci di immagini, siate affamati di nuove conoscenze, aggiornatevi sempre e costantemente, e non siate gelosi del lavoro degli altri. La cosa più importante è tutelare e proteggere la fotografia, quella vera! Proteggiamola, perchè oggi che la tecnologia è sempre più precisa e alla portata di tutti, ogni persona che scatta si sente in diritto di chiamarsi professionista, e questo non deve accadere, perchè così il mercato non propone una qualità alta, ma troppe qualità bassissime, siate dei professionisti, che siate autodidatti o no, ma documentatevi, studiate, dedicate a questa forma d'arte tutto il tempo che avete a vostra disposizione, e fatelo con gioia, è questo il modo a mio parere per poter diventare un vero fotografo.







Fotografie: © Amarillis Cargnin

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Un saluto ed un ringraziamento a tutti coloro che leggeranno questa intervista. Ma soprattutto un grazie di cuore alle persone che mi sono vicine ogni giorno e che con il loro amore e la loro stima in me e nel mio lavoro mi permettono di non smettere di credere nel mio sogno.


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

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