Pubblicato su Dentro al Replay il 28/05/2009
Luca Bettosini: chi è?
Nel 1964 a San Remo vince la canzone “Non ho l’età” e l’America inizia la sanguinosa guerra in Vietnam. Sono nato in quell’anno, a Sorengo in Ticino-Svizzera. Un anno dopo arrivavo in cima alla mia prima montagna. Ero sulle spalle di mio padre. Non lo ricordo, ma probabilmente quel giorno mio padre, senza volerlo, mi ha trasmesso quell’amore per la natura che è poi diventato lo scopo di tutta la mia vita. Da grande ho fatto l’elettricista, dedicando però ogni momento libero alle mie montagne, le montagne ticinesi. Giravo sempre con la macchina fotografica al collo. Fotografavo di tutto per mostrarlo agli altri, a quelle persone che poi sono state travolte dalla mia stessa passione per la natura. Montagne, fiori, alberi, insetti, animali... Ero felice ogni volta che l’immagine fotografica corrispondeva a quello che avevo visto! Un giorno mi è stato chiesto di realizzare un libro fotografico sulle montagne del Ticino, un libro che doveva avere lo scopo di mostrare che la natura è un bene prezioso, unico e insostituibile. E così è nato il mio primo libro fotografico che ha avuto un buon successo e che mi ha spinto a cambiare mestiere. Al primo libro è seguito un secondo, poi un terzo… e così via. Avevo scovato una nicchia di mercato che ama le immagini di natura, quelle semplici, senza troppi effetti tecnologici. E così oggi sono arrivato a oltre venti libri fotografici! Nel frattempo un’altra idea mi frullava in testa: la prima rivista fotografica svizzera in lingua italiana! Con il prezioso materiale fotografico raccolto in tanti anni valeva la pena di tentare ed è nato il mensile "Vivere la montagna" che ora ha 7 anni con oltre 65 numeri e che è il mio lavoro! Nel frattempo sono diventato fotoreporter e giornalista iscritto al registro RP. Oltre a gestire personalmente l’unica rivista fotografica svizzera mensile in lingua italiana realizzo libri (2 all’anno) sulla natura del mio paese in Ticino-Svizzera. Per me l’immagine naturalistica è prima di tutto un’emozione. Spesso mi occorre un certo tempo per riuscire a immedesimarmi nella natura. Devo prima di tutto cacciare via tutti i pensieri, le preoccupazioni della tecnologia per poi entrare in sintonia con la natura. Sono un solitario, lavoro da solo e sono quasi sempre in mezzo alla natura da solo. Con il tempo ho constatato che ci vuole una dote per fotografare la natura: la pazienza. Sapere aspettare. E questo pochi lo sanno fare. Purtroppo non sono molti quelli che riescono a condividere con me le gioie della natura, soprattutto fotografiche. Ma questa solitudine ora è colmata dai siti di fotografia dove trovo molta gente i cui consigli e commenti mi aiutano a continuare con più serenità. Tutti i giorni scrivo per i libri e per la mia rivista, scrivo articoli e realizzo servizi fotografici sulla natura e le montagne in generale. Fortunatamente non ho mai perso quell'amore iniziale che ora cerco di trasmettere ai miei tre figli nella speranza che anche loro possano un giorno provare le mie stesse gioie, le mie stesse emozioni. Confesso che ho poche conoscenze di tecnica fotografica, ma in compenso ho tanta fantasia e amore. E so sempre che cosa fotografare e quando farlo. Da elettricista davo la luce a tutti con l’energia elettrica, ora cerco di usare la luce per realizzare immagini, cerco di usare la luce come se fosse inchiostro. E’ facile scrivere sciocchezza. Non è facile scrivere bene. È facile scattare foto, non è facile fotografare bene. Ho 45 anni e la fotografia è il mio mestiere. No, sbaglio, la fotografia è gioia, felicità, emozioni. La fotografia è la mia vita.
Nel frattempo l’America è sempre in guerra, ora con l’Irak, e dopo quarant’anni a San Remo ha vinto la canzone “Nel mondo dei sogni”. Sono Luca Bettosini e continuo a vivere nei mondo dei sogni che non hanno età.
Quando hai iniziato a fotografare?
Avevo circa 18 anni e da quel momento non ho mai smesso.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Tutto ciò che riguarda la natura e le montagne. Mi sono specializzato nella ricerca della flora del mio paese il Ticino di cui ho realizzato molti libri. Ho realizzato tutta una serie di libri fotografici sui trekking, escursioni e passeggiate sulle montagne del mio paese. Amo anche particolarmente le macro di natura. Ultimamente sto preparando una serie di libri sugli animali selvatici, domestici e di fattoria sempre del mio paese e hai voglia a fotografare ora!
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Non ho mai fatto un solo corso, a furia di provare, sbagliare e con tanta esperienza sul campo sono riuscito a diventare un buon fotografo anche se sulla tecnica non sono certo un mago... anzi! Sulle foto di natura ho una grande esperienza che mi permette di valutare un'immagine senza paura di sbagliare. Per me conta solo l'effetto emotivo che riesco a trasmettere con la fotografia di natura e su questo riesco abbastanza bene.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Non mi sono mai interessato ai nomi dei fotografi, guardo un’infinita di fotografie sulla natura ma non mi interessa assolutamente sapere o conoscere chi le scatta. Da questo lato sono piuttosto limitato. Non so neanche io il perché esattamente... forse perché seguo la mia strada senza farmi influenzare da nessuno.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
La mia prima macchina fotografica è stata una Yashica FXD quartz, comperata nel lontano 1982 e che posseggo tutt’ora. Mi ha dato mille emozioni per tantissimi anni. Sono poi passato alle prime digitali compattine della Sony e della FujiFilm. In un periodo di circa 10 anni avrò cambiato una ventina di macchine prima di approdare alle Nikon con la D70, D200 e ora la nuova D90 con un corredo completo di tele, macro, grandangoli eccetera con cui mi trovo perfettamente a mio agio. Nel mio campo fotografico, la natura in generale, non ho bisogno di chissà quali attrezzature ed un capitolo a cui non faccio molto caso ora che ho tutto il necessario. La natura non ha bisogno di effetti speciali, io la riprendo come la vedo e non elaboro quasi nulla tranne un’aggiustatina ai contrasti e ai colori. Con la Sony DSCh7 mi trovo anche benissimo mentre compio i miei lunghissimi trekking sulle montagne e con questa macchinetta ho realizzato una decina di libri fotografici e centinaia di servizi fotografici sulla mia rivista.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Lo scatto a cui tengo di più è senz’altro questo di mio figlio.
È stato un puro caso. Vedendo la fotografia si può pensare che sono un sadico ma è successo così: stavo aspettando mia moglie in auto mentre pioveva e nevicava con mio figlio Vincent, mio figlio era tranquillo seduto (aveva 3 anni) e io sono uscito un attimo per scattare una fotografia del panorama davanti a me e mio figlio ha pensato che me ne stavo andando e si è messo a piangere venendo al finestrino, io mi sono voltato e l’ho visto, avevo la macchina in mano e ho fatto una scatto prima delle inevitabili coccole! Un colpo fortunato insomma. Le ho dato come titolo “Dolore” perché è davvero incredibile l’emozione che mi suscita questo scatto ogni volta che lo rivedo.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
L’unico mio progetto per il futuro è di cercare di presentare sempre nel miglior modo possibile la natura del mio paese sulla mia rivista e sulle pubblicazioni che realizzo ogni anno. In un paese come il mio (Ticino) con circa 300'000 abitanti la mia rivista in 7 anni è arrivata a superare i 3'000 abbonati e questo mi spinge a continuare per arrivare presto alla soglia dei 5'000 abbonati e così via...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Non ho mai fatto una sola mostra personale eccetto 2 che erano però abbinate ad anniversari della mia rivista Vivere la montagna e dunque parte di un contesto editoriale dove la mostra fotografica passava in secondo piano. Le mostre non mi hanno mai attirato... ma credo che prima o poi ne dovrò fare almeno una seria... vedremo.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nella mia vita ho partecipato a solo due concorsi fotografici del mio paese, nel concorso ritratto sono arrivato quarto e nel concorso energia sono arrivato primo. Per i riconoscimenti fotografici invece, a motivo del fatto che io pubblico libri fotografici, i giornali e le riviste del mio paese scrivono di continuo ma non mi piace molto fare pubblicità comunque a questo link www.viverelamontagna.ch, (a sinistra cliccare su articoli giornale) ci sono tutti gli articoli usciti fino al 2005... poi ho smesso d inserirli.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Nel periodo da aprile a ottobre quasi tutti i giorni, week-end compresi, poi da ottobre ad aprile mi barrico in ufficio a scrivere articoli e libri. Naturalmente fotografo anche in questo periodo ma molto meno in quanto devo per forza mettere su carta ciò che ho fatto durante parte dell’anno.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Sicuramente è questo quello che praticamente mi trovo confrontato ad ogni momento. Quando compio i miei trekking che possono durare una decina di ore al giorno, per questioni di peso e di praticità, mi porto solo la piccola Sony DSC H7 che svolge egregiamente il suo servizio, ma per molti fotografi professionisti questo sembra essere un oltraggio! Questa è una delle cose che non mi piacciano nella fotografia dei professionisti i quali (per fortuna non la maggioranza) pensano che solo portandosi appresso chili di attrezzatura si possa fare bella fotografia. La natura per me non ha bisogno di chissà cosa, una buona macchina e sapere cosa fotografare in connubio con un minimo di tecnica e le foto si fanno comunque come si deve. Più volte mi sono trovato in accese discussioni su questo fatto ed è anche questo uno dei motivi che sono un solitario. Quando poi mostro il risultato di certe fotografie scattate con la Sony risulta evidente che ho ragione. Ci sono molti modi di fotografare e ognuno sceglie il suo. Un mio amico fotografo mi dice sempre che io non sono un fotografo naturalista ma bensì un naturalista fotografo e dunque vedo la fotografia sotto un altro aspetto. Quando giri sempre nella natura ti capitano, per forza di cose, situazioni così particolari, che un fotografo professionista che si reca in quei luoghi piuttosto inaccessibili alla gente comune con i suoi 50 chili di attrezzatura fotografica ultimo grido, non troverebbe mai e questo mi permette di fare scatti davvero originali che non hanno quasi nulla di tecnica ma solo una situazione così particolare che ha il sopravvento sulla tecnica e questo la dice lunga sulle meraviglie della natura. Quando poi posto foto di natura su certi siti ecco che arrivano i soliti fotografi che vedono le foto di natura come banali e scontate ma su questo ci sarebbe da parlare delle ore. La natura non è mai banale, banale è chi non riesce a cogliere l’emozione nello scatto, naturalmente a condizione che sia davvero uno scatto fatto bene. Quando posto una foto di un fiore e mi sento dire: “Il solito fiore”, beata ignoranza! Quello per me non è un fiore è il Chrysosplenium alterniflorium oppure il Lithospermum purpureocaerulea fotografato in una situazione o luce particolare... e una foto così “banale” io poi non ho problemi a venderla ad un prezzo che supera di gran lunga certe foto di modelle o classici scorci di città! Nella mia esperienza di fotografo di natura sono confrontato sempre con queste discussioni inutili che non portano a nulla e dunque ecco la mia scelta di vivere la fotografia da solo o con pochi amanti della fotografia di natura. Una cosa divertente che mi capita spesso è quando mi dicono perché fotografo sempre e solo la natura... naturalmente è una scelta ma visto che vivo in un paesino di montagna in mezzo ad un bosco con circa 60 abitanti la cui città più vicina a 30 chilometri (chiamiamola città!) e visto che sono sempre in montagna per lavoro, anche volendo non posso che fare foto di natura! E ne sono felicissimo! Inoltre a casa mia ho uno zoo intero da accudire e dunque anche volendo mi è difficile lasciare casa mia per recarmi in altri luoghi fuori dalla natura.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Ho scattato centinaia di migliaia di fotografie a fiori e paesaggi. Ogni volta per me è come se fosse la prima volta e di questo ne sono felice.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In questi siti si possono vedere le mie fotografie degli ultimi anni:
www.micromosso.com; www.fotoarts.org; www.lafotonline.net e altri siti ancora ma dove posto poco, in questi tre posto più o meno regolarmente.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
A tutti coloro che si avvicinano alla fotografia voglio dire di vederla come una cosa meravigliosa che trasmette tantissimo e che aiuta a vivere meglio. Ma non si deve mai mollare! La crescita per i fotografi amatoriali è lenta ma comunque appagante e merita di essere portata avanti. Parlando del tema natura guardatela sempre con gli occhi di quando l’avete vista la prima volta, non stancatevi mai e continuare a cercare lo scatto che vi faccia vivere la stessa emozione provata quando l’avete fatto. Imparate un po’ di tecnica, lasciate libera la fantasia e lanciatevi! Guardando le fotografie di altri, iscrivendosi ad un buon sito di fotografia, con il tempo si arriva a fotografare in modo decente e da lì in poi sono continue soddisfazioni.
Il mio sito www.lucabettosini.com presto cesserà di esistere e tra un mese circa partirà il mio nuovo sito di fotografia: www.fotografianatura.com, dove tutti gli amanti della natura possono iscriversi e postare le loro immagini.
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio la mia famiglia per il suo sostegno alle mie innumerevoli uscite in alta montagna a caccia di belle fotografie. Ringrazio anche tutti coloro che apprezzano le mie immagini e che mi spingono a continuare a fare sempre meglio e ringrazio anche voi per questa gradevole intervista.
Nel 1964 a San Remo vince la canzone “Non ho l’età” e l’America inizia la sanguinosa guerra in Vietnam. Sono nato in quell’anno, a Sorengo in Ticino-Svizzera. Un anno dopo arrivavo in cima alla mia prima montagna. Ero sulle spalle di mio padre. Non lo ricordo, ma probabilmente quel giorno mio padre, senza volerlo, mi ha trasmesso quell’amore per la natura che è poi diventato lo scopo di tutta la mia vita. Da grande ho fatto l’elettricista, dedicando però ogni momento libero alle mie montagne, le montagne ticinesi. Giravo sempre con la macchina fotografica al collo. Fotografavo di tutto per mostrarlo agli altri, a quelle persone che poi sono state travolte dalla mia stessa passione per la natura. Montagne, fiori, alberi, insetti, animali... Ero felice ogni volta che l’immagine fotografica corrispondeva a quello che avevo visto! Un giorno mi è stato chiesto di realizzare un libro fotografico sulle montagne del Ticino, un libro che doveva avere lo scopo di mostrare che la natura è un bene prezioso, unico e insostituibile. E così è nato il mio primo libro fotografico che ha avuto un buon successo e che mi ha spinto a cambiare mestiere. Al primo libro è seguito un secondo, poi un terzo… e così via. Avevo scovato una nicchia di mercato che ama le immagini di natura, quelle semplici, senza troppi effetti tecnologici. E così oggi sono arrivato a oltre venti libri fotografici! Nel frattempo un’altra idea mi frullava in testa: la prima rivista fotografica svizzera in lingua italiana! Con il prezioso materiale fotografico raccolto in tanti anni valeva la pena di tentare ed è nato il mensile "Vivere la montagna" che ora ha 7 anni con oltre 65 numeri e che è il mio lavoro! Nel frattempo sono diventato fotoreporter e giornalista iscritto al registro RP. Oltre a gestire personalmente l’unica rivista fotografica svizzera mensile in lingua italiana realizzo libri (2 all’anno) sulla natura del mio paese in Ticino-Svizzera. Per me l’immagine naturalistica è prima di tutto un’emozione. Spesso mi occorre un certo tempo per riuscire a immedesimarmi nella natura. Devo prima di tutto cacciare via tutti i pensieri, le preoccupazioni della tecnologia per poi entrare in sintonia con la natura. Sono un solitario, lavoro da solo e sono quasi sempre in mezzo alla natura da solo. Con il tempo ho constatato che ci vuole una dote per fotografare la natura: la pazienza. Sapere aspettare. E questo pochi lo sanno fare. Purtroppo non sono molti quelli che riescono a condividere con me le gioie della natura, soprattutto fotografiche. Ma questa solitudine ora è colmata dai siti di fotografia dove trovo molta gente i cui consigli e commenti mi aiutano a continuare con più serenità. Tutti i giorni scrivo per i libri e per la mia rivista, scrivo articoli e realizzo servizi fotografici sulla natura e le montagne in generale. Fortunatamente non ho mai perso quell'amore iniziale che ora cerco di trasmettere ai miei tre figli nella speranza che anche loro possano un giorno provare le mie stesse gioie, le mie stesse emozioni. Confesso che ho poche conoscenze di tecnica fotografica, ma in compenso ho tanta fantasia e amore. E so sempre che cosa fotografare e quando farlo. Da elettricista davo la luce a tutti con l’energia elettrica, ora cerco di usare la luce per realizzare immagini, cerco di usare la luce come se fosse inchiostro. E’ facile scrivere sciocchezza. Non è facile scrivere bene. È facile scattare foto, non è facile fotografare bene. Ho 45 anni e la fotografia è il mio mestiere. No, sbaglio, la fotografia è gioia, felicità, emozioni. La fotografia è la mia vita.
Nel frattempo l’America è sempre in guerra, ora con l’Irak, e dopo quarant’anni a San Remo ha vinto la canzone “Nel mondo dei sogni”. Sono Luca Bettosini e continuo a vivere nei mondo dei sogni che non hanno età.
Quando hai iniziato a fotografare?
Avevo circa 18 anni e da quel momento non ho mai smesso.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Tutto ciò che riguarda la natura e le montagne. Mi sono specializzato nella ricerca della flora del mio paese il Ticino di cui ho realizzato molti libri. Ho realizzato tutta una serie di libri fotografici sui trekking, escursioni e passeggiate sulle montagne del mio paese. Amo anche particolarmente le macro di natura. Ultimamente sto preparando una serie di libri sugli animali selvatici, domestici e di fattoria sempre del mio paese e hai voglia a fotografare ora!
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Non ho mai fatto un solo corso, a furia di provare, sbagliare e con tanta esperienza sul campo sono riuscito a diventare un buon fotografo anche se sulla tecnica non sono certo un mago... anzi! Sulle foto di natura ho una grande esperienza che mi permette di valutare un'immagine senza paura di sbagliare. Per me conta solo l'effetto emotivo che riesco a trasmettere con la fotografia di natura e su questo riesco abbastanza bene.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Non mi sono mai interessato ai nomi dei fotografi, guardo un’infinita di fotografie sulla natura ma non mi interessa assolutamente sapere o conoscere chi le scatta. Da questo lato sono piuttosto limitato. Non so neanche io il perché esattamente... forse perché seguo la mia strada senza farmi influenzare da nessuno.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
La mia prima macchina fotografica è stata una Yashica FXD quartz, comperata nel lontano 1982 e che posseggo tutt’ora. Mi ha dato mille emozioni per tantissimi anni. Sono poi passato alle prime digitali compattine della Sony e della FujiFilm. In un periodo di circa 10 anni avrò cambiato una ventina di macchine prima di approdare alle Nikon con la D70, D200 e ora la nuova D90 con un corredo completo di tele, macro, grandangoli eccetera con cui mi trovo perfettamente a mio agio. Nel mio campo fotografico, la natura in generale, non ho bisogno di chissà quali attrezzature ed un capitolo a cui non faccio molto caso ora che ho tutto il necessario. La natura non ha bisogno di effetti speciali, io la riprendo come la vedo e non elaboro quasi nulla tranne un’aggiustatina ai contrasti e ai colori. Con la Sony DSCh7 mi trovo anche benissimo mentre compio i miei lunghissimi trekking sulle montagne e con questa macchinetta ho realizzato una decina di libri fotografici e centinaia di servizi fotografici sulla mia rivista.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Lo scatto a cui tengo di più è senz’altro questo di mio figlio.
È stato un puro caso. Vedendo la fotografia si può pensare che sono un sadico ma è successo così: stavo aspettando mia moglie in auto mentre pioveva e nevicava con mio figlio Vincent, mio figlio era tranquillo seduto (aveva 3 anni) e io sono uscito un attimo per scattare una fotografia del panorama davanti a me e mio figlio ha pensato che me ne stavo andando e si è messo a piangere venendo al finestrino, io mi sono voltato e l’ho visto, avevo la macchina in mano e ho fatto una scatto prima delle inevitabili coccole! Un colpo fortunato insomma. Le ho dato come titolo “Dolore” perché è davvero incredibile l’emozione che mi suscita questo scatto ogni volta che lo rivedo.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
L’unico mio progetto per il futuro è di cercare di presentare sempre nel miglior modo possibile la natura del mio paese sulla mia rivista e sulle pubblicazioni che realizzo ogni anno. In un paese come il mio (Ticino) con circa 300'000 abitanti la mia rivista in 7 anni è arrivata a superare i 3'000 abbonati e questo mi spinge a continuare per arrivare presto alla soglia dei 5'000 abbonati e così via...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Non ho mai fatto una sola mostra personale eccetto 2 che erano però abbinate ad anniversari della mia rivista Vivere la montagna e dunque parte di un contesto editoriale dove la mostra fotografica passava in secondo piano. Le mostre non mi hanno mai attirato... ma credo che prima o poi ne dovrò fare almeno una seria... vedremo.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nella mia vita ho partecipato a solo due concorsi fotografici del mio paese, nel concorso ritratto sono arrivato quarto e nel concorso energia sono arrivato primo. Per i riconoscimenti fotografici invece, a motivo del fatto che io pubblico libri fotografici, i giornali e le riviste del mio paese scrivono di continuo ma non mi piace molto fare pubblicità comunque a questo link www.viverelamontagna.ch, (a sinistra cliccare su articoli giornale) ci sono tutti gli articoli usciti fino al 2005... poi ho smesso d inserirli.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Nel periodo da aprile a ottobre quasi tutti i giorni, week-end compresi, poi da ottobre ad aprile mi barrico in ufficio a scrivere articoli e libri. Naturalmente fotografo anche in questo periodo ma molto meno in quanto devo per forza mettere su carta ciò che ho fatto durante parte dell’anno.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Sicuramente è questo quello che praticamente mi trovo confrontato ad ogni momento. Quando compio i miei trekking che possono durare una decina di ore al giorno, per questioni di peso e di praticità, mi porto solo la piccola Sony DSC H7 che svolge egregiamente il suo servizio, ma per molti fotografi professionisti questo sembra essere un oltraggio! Questa è una delle cose che non mi piacciano nella fotografia dei professionisti i quali (per fortuna non la maggioranza) pensano che solo portandosi appresso chili di attrezzatura si possa fare bella fotografia. La natura per me non ha bisogno di chissà cosa, una buona macchina e sapere cosa fotografare in connubio con un minimo di tecnica e le foto si fanno comunque come si deve. Più volte mi sono trovato in accese discussioni su questo fatto ed è anche questo uno dei motivi che sono un solitario. Quando poi mostro il risultato di certe fotografie scattate con la Sony risulta evidente che ho ragione. Ci sono molti modi di fotografare e ognuno sceglie il suo. Un mio amico fotografo mi dice sempre che io non sono un fotografo naturalista ma bensì un naturalista fotografo e dunque vedo la fotografia sotto un altro aspetto. Quando giri sempre nella natura ti capitano, per forza di cose, situazioni così particolari, che un fotografo professionista che si reca in quei luoghi piuttosto inaccessibili alla gente comune con i suoi 50 chili di attrezzatura fotografica ultimo grido, non troverebbe mai e questo mi permette di fare scatti davvero originali che non hanno quasi nulla di tecnica ma solo una situazione così particolare che ha il sopravvento sulla tecnica e questo la dice lunga sulle meraviglie della natura. Quando poi posto foto di natura su certi siti ecco che arrivano i soliti fotografi che vedono le foto di natura come banali e scontate ma su questo ci sarebbe da parlare delle ore. La natura non è mai banale, banale è chi non riesce a cogliere l’emozione nello scatto, naturalmente a condizione che sia davvero uno scatto fatto bene. Quando posto una foto di un fiore e mi sento dire: “Il solito fiore”, beata ignoranza! Quello per me non è un fiore è il Chrysosplenium alterniflorium oppure il Lithospermum purpureocaerulea fotografato in una situazione o luce particolare... e una foto così “banale” io poi non ho problemi a venderla ad un prezzo che supera di gran lunga certe foto di modelle o classici scorci di città! Nella mia esperienza di fotografo di natura sono confrontato sempre con queste discussioni inutili che non portano a nulla e dunque ecco la mia scelta di vivere la fotografia da solo o con pochi amanti della fotografia di natura. Una cosa divertente che mi capita spesso è quando mi dicono perché fotografo sempre e solo la natura... naturalmente è una scelta ma visto che vivo in un paesino di montagna in mezzo ad un bosco con circa 60 abitanti la cui città più vicina a 30 chilometri (chiamiamola città!) e visto che sono sempre in montagna per lavoro, anche volendo non posso che fare foto di natura! E ne sono felicissimo! Inoltre a casa mia ho uno zoo intero da accudire e dunque anche volendo mi è difficile lasciare casa mia per recarmi in altri luoghi fuori dalla natura.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Ho scattato centinaia di migliaia di fotografie a fiori e paesaggi. Ogni volta per me è come se fosse la prima volta e di questo ne sono felice.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In questi siti si possono vedere le mie fotografie degli ultimi anni:
www.micromosso.com; www.fotoarts.org; www.lafotonline.net e altri siti ancora ma dove posto poco, in questi tre posto più o meno regolarmente.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
A tutti coloro che si avvicinano alla fotografia voglio dire di vederla come una cosa meravigliosa che trasmette tantissimo e che aiuta a vivere meglio. Ma non si deve mai mollare! La crescita per i fotografi amatoriali è lenta ma comunque appagante e merita di essere portata avanti. Parlando del tema natura guardatela sempre con gli occhi di quando l’avete vista la prima volta, non stancatevi mai e continuare a cercare lo scatto che vi faccia vivere la stessa emozione provata quando l’avete fatto. Imparate un po’ di tecnica, lasciate libera la fantasia e lanciatevi! Guardando le fotografie di altri, iscrivendosi ad un buon sito di fotografia, con il tempo si arriva a fotografare in modo decente e da lì in poi sono continue soddisfazioni.
Fotografie: © Luca Bettosini
Il mio sito www.lucabettosini.com presto cesserà di esistere e tra un mese circa partirà il mio nuovo sito di fotografia: www.fotografianatura.com, dove tutti gli amanti della natura possono iscriversi e postare le loro immagini.
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio la mia famiglia per il suo sostegno alle mie innumerevoli uscite in alta montagna a caccia di belle fotografie. Ringrazio anche tutti coloro che apprezzano le mie immagini e che mi spingono a continuare a fare sempre meglio e ringrazio anche voi per questa gradevole intervista.