Alessandro Passerini: chi è?
Per passione prima, professione poi. Pur avendo studi di base di fotografia per almeno un decennio è rimasta una passione, fin quando un amico, vedendo le mie foto e apprezzandole, mi ha commissionato una prima campagna pubblicitaria.
Quando hai iniziato a fotografare?
Da molto giovane, pare: ho scovato poco tempo fa una foto di me a due anni con la reflex di mio padre in mano... Ovviamente ho ricordi di qualche hanno dopo, e ricordo ancora il peso della macchina fotografica nelle mie mani e il divertimento che provavo a guardar nel mirino e scattar tutte quelle foto di quel che mi colpiva, e che volevo portarmi via con me. Questo 'sentire' del fotografare non è mai svanito da allora.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere che più prediligo. Paesaggi, animali, ritratto, donne, architettura, macro... Fotografo tutto ciò che cattura il mio sentire. Tutto ciò che mi crea emozione e meraviglia. La tecnica la si assimila, la si pratica, si impara, ma per quel che mi riguarda nello scatto finale c’è solo quel che si prova.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho studiato fotografia nei 5 anni delle superiori, al corso di Grafica Pubblicitaria. Per mia fortuna ho avuto modo di studiarla quando ancora tutto era analogico, al secolo scorso, quindi ho potuto sperimentare e giocare con diversi tipi di macchine fotografiche e pellicole, camera oscura, proiettore, carta da esposizione, acidi vari, foto appese con le mollette e tutto ciò che è la base reale della fotografia. Credo che senza queste basi a chiunque si approcci alla fotografia mancherà sempre qualcosa, e quel qualcosa è proprio il 'lavoro' della fotografia, la sua realtà pratica e al contempo estremamente affascinante. L’attesa dello sviluppo delle foto scattate, che passava dallo sviluppo del rullino, al proiettare sulla carta fotografica scegliendo i giusti tempi e il giusto taglio, fino allo sviluppo della foto finale, scegliendo quanto farla rimanere nell’acido per ottenere o meno l’effetto voluto, era un processo che senza esagerare potrei definire 'magico'. Persino in pittura, altra arte visiva di cui mi occupo, mi è rimasto lo stesso concetto e taglio fotografico. E’ una base che tutti dovrebbero avere per capire anche la fortuna o sfortuna di aver l’immediata immagine in digitale da poter elaborare velocemente come più ci aggrada.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Del passato Doisneau, Cartier-Bresson, Capa, Beaton, Theodor, Avedon e in verità molti altri. Nel presente rimango attratto dal bianco e nero di Corbijn ma anche dall’eccesso cromatico, ben equlibrato, di LaChapelle.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Nello studio della fotografia ho avuto modo di utilizzare diversi tipi di reflex, e di poter usufruire di una camera oscura per lo sviluppo di pellicola e foto, e come detto è stata una notevole fortuna. In seguito utilizzai per qualche anno la reflex di mio padre (di cui non ricordo la marca, purtroppo), e una compatta. Con l’avvento del digitale acquistai due macchine compatte semi professionali, una Fuji e una Olympus, per approdare ad una reflex Nikon appena la fotografia è divenuta lavoro. Attualmente uso principalmente una Nikon D3000 e una compatta semi professionale Olympus SP310, che ho sempre con me.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Dipende dal periodo, ma nel tempo le costanti sono i paesaggi e i ritratti di carissime amiche. Attualmente il paesaggio a cui sono più legato è 'Alone', che ritrae un modo di pensar che ho da qualche anno e che ancora mi somiglia, e 'the Eye', il ritratto della mia migliore amica, mia musa e modella fin dai tempi degli studi artistici.
Per passione prima, professione poi. Pur avendo studi di base di fotografia per almeno un decennio è rimasta una passione, fin quando un amico, vedendo le mie foto e apprezzandole, mi ha commissionato una prima campagna pubblicitaria.
Quando hai iniziato a fotografare?
Da molto giovane, pare: ho scovato poco tempo fa una foto di me a due anni con la reflex di mio padre in mano... Ovviamente ho ricordi di qualche hanno dopo, e ricordo ancora il peso della macchina fotografica nelle mie mani e il divertimento che provavo a guardar nel mirino e scattar tutte quelle foto di quel che mi colpiva, e che volevo portarmi via con me. Questo 'sentire' del fotografare non è mai svanito da allora.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere che più prediligo. Paesaggi, animali, ritratto, donne, architettura, macro... Fotografo tutto ciò che cattura il mio sentire. Tutto ciò che mi crea emozione e meraviglia. La tecnica la si assimila, la si pratica, si impara, ma per quel che mi riguarda nello scatto finale c’è solo quel che si prova.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho studiato fotografia nei 5 anni delle superiori, al corso di Grafica Pubblicitaria. Per mia fortuna ho avuto modo di studiarla quando ancora tutto era analogico, al secolo scorso, quindi ho potuto sperimentare e giocare con diversi tipi di macchine fotografiche e pellicole, camera oscura, proiettore, carta da esposizione, acidi vari, foto appese con le mollette e tutto ciò che è la base reale della fotografia. Credo che senza queste basi a chiunque si approcci alla fotografia mancherà sempre qualcosa, e quel qualcosa è proprio il 'lavoro' della fotografia, la sua realtà pratica e al contempo estremamente affascinante. L’attesa dello sviluppo delle foto scattate, che passava dallo sviluppo del rullino, al proiettare sulla carta fotografica scegliendo i giusti tempi e il giusto taglio, fino allo sviluppo della foto finale, scegliendo quanto farla rimanere nell’acido per ottenere o meno l’effetto voluto, era un processo che senza esagerare potrei definire 'magico'. Persino in pittura, altra arte visiva di cui mi occupo, mi è rimasto lo stesso concetto e taglio fotografico. E’ una base che tutti dovrebbero avere per capire anche la fortuna o sfortuna di aver l’immediata immagine in digitale da poter elaborare velocemente come più ci aggrada.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Del passato Doisneau, Cartier-Bresson, Capa, Beaton, Theodor, Avedon e in verità molti altri. Nel presente rimango attratto dal bianco e nero di Corbijn ma anche dall’eccesso cromatico, ben equlibrato, di LaChapelle.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Nello studio della fotografia ho avuto modo di utilizzare diversi tipi di reflex, e di poter usufruire di una camera oscura per lo sviluppo di pellicola e foto, e come detto è stata una notevole fortuna. In seguito utilizzai per qualche anno la reflex di mio padre (di cui non ricordo la marca, purtroppo), e una compatta. Con l’avvento del digitale acquistai due macchine compatte semi professionali, una Fuji e una Olympus, per approdare ad una reflex Nikon appena la fotografia è divenuta lavoro. Attualmente uso principalmente una Nikon D3000 e una compatta semi professionale Olympus SP310, che ho sempre con me.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Dipende dal periodo, ma nel tempo le costanti sono i paesaggi e i ritratti di carissime amiche. Attualmente il paesaggio a cui sono più legato è 'Alone', che ritrae un modo di pensar che ho da qualche anno e che ancora mi somiglia, e 'the Eye', il ritratto della mia migliore amica, mia musa e modella fin dai tempi degli studi artistici.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente sto lavorando al progetto '2MILA11', nato come progetto artistico-grafico per l’ultimo album del musicista abruzzese Gianni De Chellis, in uscita nei prossimi mesi. Ma il progetto ha anche una sua vita propria come mostra a sé stante, e all’uscita dell’album probabilmente con progetti integrati alla musica. La mostra attuale, che sto sviluppando e portando in diverse location, è una costola del progetto totale, e mostra le foto di Mila, la mia migliore amica e musa di sempre, come dicevo prima. E’ un omaggio a lei e a come da sempre la sento. Nel progetto totale vi sarà anche la danzatrice Elisa Mucchi, in ulteriori scatti in cui apparirà sia con Mila che da sola. In questa prima fase del progetto la costola ha ovviamente pochi interventi di post produzione, poichè è intesa come vera e propria mostra fotografica, ma nel progetto grafico artistico esecutivo ci sarà un notevole lavoro di post produzione che si adatterà non solo al concetto grafico dell’album di De Chellis, ma soprattutto al tema stesso dell’album, che affronterà i diversi aspetti della sessualità. Per chi può accedervi il link dell’anteprima del progetto è http://passeart.deviantart.com/gallery/27929910, presentato da un ottimo scritto della critica d’arte Michela Malisardi. Per il futuro molti dei progetti che sto curando sono anche di altre arti visive, come la pittura, e probabilmente vi si aggiungeranno alcune mostre di 2MILA11 e campagne pubblicitarie, concepite sempre come progetti artistico grafici, e non solo finalizzati, quindi, alla pubblicità. Anche le foto nate dal progetto di danza URBANICA, di cui fa già parte la già citata Elisa Mucchi, sono un progetto su cui sto lavorando: vorrei selezionare le foto più interessanti per una mostra da presentare in non-luoghi, sulla stessa filosofia del progetto di danza. Essendo ancora in fase di studio la maggior parte di questi scatti sono su Facebok, al seguente link: http://www.facebook.com/pages/PasseArt-Alessandro-Passerini/64081431712?sk=photos.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Diverse volte, e alcune in programma questo autunno. Eccone alcune recenti, proprio di 2MILA11:
- 2MILA11 – Inferno Cafè,Torino, il 16/10/2010
- LV Premio Nazionale di Arte Contemporanea B.Cascella – Sedi Varie, Ortona (CH), dal 25/04 al 30/05 2011
- Nuovo Rinascimento – Museo Civico di Arte Contemporanea di Palazzo farnese, Ortona (CH) dal 5/04 al 23/04 2011
- Il Lavoro dell’Arte – Castello del Cassero, Camerata Picena (AN), dal 16/04 al 1/05 2011
- RGB – Portomaggiore (FE), dal 11 al 16/06 2011
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
A suo tempo molte foto sono uscite su diversi mensili e bimestrali, ma per lo più erano lavori di editoria vari. Non sono mai stato un assiduo partecipante di concorsi di foto, più per mancanza di tempo (solo ultimamente sto partecipando a diversi concorsi). Tra i recente vi son stati:
- Nel 2008 sono stato selezionato al concorso 'Inedito Anziano', finendo per classificarmi al VII° posto, con foto pubblicata sulla rivista 'il Quaderno dell’Anziano'.
- Nel 2009 curo la campagna pubblicitaria di Simoni Arredamenti.
- Nel 2010 sono stato selezionato con due foto al concorso LinkEmotion, e mi sono classificato al VII° e XII° posto.
- Sempre ne 2010 un mio scatto viene scelto per il calendario de 'il Germoglio', di Ferrara.
- Nel 2011 mi sono classificato V° al concorso Epic Art Scene Communication Contest.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Essendo divenuto anche buona parte del mio lavoro direi che vi dedico la maggior parte del mio tempo, insieme alle altre arti visive quali pittura e scultura, ma rispetto a queste ultime la fotografia ha la fortuna, attualmente, dell’immediatezza e della velocità, quindi automaticamente è l’arte visiva a cui riesco a dedicarmi per più tempo.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Una volta un committente, divergendo dal discorso lavoro di scenografia che stavo eseguendo, mi disse che aveva visto le mie foto, e che non sapeva facessi anche foto. Mi disse che gli piacevano parecchio e che anche lui era un appassionato, e che usava Nikon e Canon varie con diverse e svariate focali. Mi domandò quale macchina adoperassi, e tirando fuori dalla tracolla la compatta da battaglia Olympus SP310, il cui sportellino per le batterie è difettoso da anni, ormai, e tenuto insieme con del velcro, risposi: 'questa'. Il committente vide la compatta da battaglia, sgranò gli occhi, e indicandola con l’indice, con smorfia di schifo mi ripeté: 'QUESTA??!!' Opinione diffusa è che se si ha una macchina potente si fan belle foto. Ma è un errore. In fondo tutti i fotografi che abbiamo studiato in base a questa teoria avevano macchine con una tecnologia 'inferiore'. Come dicevo poco più su, senza delle buone basi tecniche di lavoro sulla fotografia, non si può sperare di avere un ottimo risultato anche con una macchina da 5000 o 6000 euro. Ancor di più se ciò che fotografiamo non è 'sentito' il risultato finale sarà nel migliore dei casi tecnicamente perfetto. Potremmo anche fotografare con una camera obscura costruita in casa (cosa che ho fatto ai tempi dello studio...), praticamente la base della fotografia, la preistoria della moderna meccanica fotografica, ma se quel che fotografiamo ci appartiene, allora quel che ne verrà fuori sarà senza dubbio Arte.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Essendo, come detto, tutti nati da un preciso sentire del momento, e quindi del periodo, torno letteralmente indietro nel tempo, al momento stesso in cui ero dietro alla macchina fotografica, e rivivo il prima e il dopo. E’ una delle magie della fotografia, che senza dubbio si dà per scontata, ma non certo da sottovalutare. E’ meraviglioso!
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente su Deviantart e flickr, e su varie pagine comprese quelle su FB.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
La fotografia cattura attimi che ci appartengono. Le foto sono letteralmente piccole parti di come vediamo il mondo, e di come lo sentiamo. Perdere questo concetto lungo la strada, concentrandosi troppo sulla tecnica, credo che impoverisca non tanto la foto finale, ma noi stessi. Rimanere con lo stupore e la capacità di vedere di un bimbo è a mio parer l’aspetto più importante della fotografia, e più in generale di ogni singola arte. La tecnica e le basi vanno doverosamente imparate e assimilate, ma poi dimenticate, recuperando il sentire, e amplificandolo, stupendosi e venendo rapiti, ed è solo in quel momento che si comincia a scattare veramente foto.
Attualmente sto lavorando al progetto '2MILA11', nato come progetto artistico-grafico per l’ultimo album del musicista abruzzese Gianni De Chellis, in uscita nei prossimi mesi. Ma il progetto ha anche una sua vita propria come mostra a sé stante, e all’uscita dell’album probabilmente con progetti integrati alla musica. La mostra attuale, che sto sviluppando e portando in diverse location, è una costola del progetto totale, e mostra le foto di Mila, la mia migliore amica e musa di sempre, come dicevo prima. E’ un omaggio a lei e a come da sempre la sento. Nel progetto totale vi sarà anche la danzatrice Elisa Mucchi, in ulteriori scatti in cui apparirà sia con Mila che da sola. In questa prima fase del progetto la costola ha ovviamente pochi interventi di post produzione, poichè è intesa come vera e propria mostra fotografica, ma nel progetto grafico artistico esecutivo ci sarà un notevole lavoro di post produzione che si adatterà non solo al concetto grafico dell’album di De Chellis, ma soprattutto al tema stesso dell’album, che affronterà i diversi aspetti della sessualità. Per chi può accedervi il link dell’anteprima del progetto è http://passeart.deviantart.com/gallery/27929910, presentato da un ottimo scritto della critica d’arte Michela Malisardi. Per il futuro molti dei progetti che sto curando sono anche di altre arti visive, come la pittura, e probabilmente vi si aggiungeranno alcune mostre di 2MILA11 e campagne pubblicitarie, concepite sempre come progetti artistico grafici, e non solo finalizzati, quindi, alla pubblicità. Anche le foto nate dal progetto di danza URBANICA, di cui fa già parte la già citata Elisa Mucchi, sono un progetto su cui sto lavorando: vorrei selezionare le foto più interessanti per una mostra da presentare in non-luoghi, sulla stessa filosofia del progetto di danza. Essendo ancora in fase di studio la maggior parte di questi scatti sono su Facebok, al seguente link: http://www.facebook.com/pages/PasseArt-Alessandro-Passerini/64081431712?sk=photos.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Diverse volte, e alcune in programma questo autunno. Eccone alcune recenti, proprio di 2MILA11:
- 2MILA11 – Inferno Cafè,Torino, il 16/10/2010
- LV Premio Nazionale di Arte Contemporanea B.Cascella – Sedi Varie, Ortona (CH), dal 25/04 al 30/05 2011
- Nuovo Rinascimento – Museo Civico di Arte Contemporanea di Palazzo farnese, Ortona (CH) dal 5/04 al 23/04 2011
- Il Lavoro dell’Arte – Castello del Cassero, Camerata Picena (AN), dal 16/04 al 1/05 2011
- RGB – Portomaggiore (FE), dal 11 al 16/06 2011
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
A suo tempo molte foto sono uscite su diversi mensili e bimestrali, ma per lo più erano lavori di editoria vari. Non sono mai stato un assiduo partecipante di concorsi di foto, più per mancanza di tempo (solo ultimamente sto partecipando a diversi concorsi). Tra i recente vi son stati:
- Nel 2008 sono stato selezionato al concorso 'Inedito Anziano', finendo per classificarmi al VII° posto, con foto pubblicata sulla rivista 'il Quaderno dell’Anziano'.
- Nel 2009 curo la campagna pubblicitaria di Simoni Arredamenti.
- Nel 2010 sono stato selezionato con due foto al concorso LinkEmotion, e mi sono classificato al VII° e XII° posto.
- Sempre ne 2010 un mio scatto viene scelto per il calendario de 'il Germoglio', di Ferrara.
- Nel 2011 mi sono classificato V° al concorso Epic Art Scene Communication Contest.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Essendo divenuto anche buona parte del mio lavoro direi che vi dedico la maggior parte del mio tempo, insieme alle altre arti visive quali pittura e scultura, ma rispetto a queste ultime la fotografia ha la fortuna, attualmente, dell’immediatezza e della velocità, quindi automaticamente è l’arte visiva a cui riesco a dedicarmi per più tempo.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Una volta un committente, divergendo dal discorso lavoro di scenografia che stavo eseguendo, mi disse che aveva visto le mie foto, e che non sapeva facessi anche foto. Mi disse che gli piacevano parecchio e che anche lui era un appassionato, e che usava Nikon e Canon varie con diverse e svariate focali. Mi domandò quale macchina adoperassi, e tirando fuori dalla tracolla la compatta da battaglia Olympus SP310, il cui sportellino per le batterie è difettoso da anni, ormai, e tenuto insieme con del velcro, risposi: 'questa'. Il committente vide la compatta da battaglia, sgranò gli occhi, e indicandola con l’indice, con smorfia di schifo mi ripeté: 'QUESTA??!!' Opinione diffusa è che se si ha una macchina potente si fan belle foto. Ma è un errore. In fondo tutti i fotografi che abbiamo studiato in base a questa teoria avevano macchine con una tecnologia 'inferiore'. Come dicevo poco più su, senza delle buone basi tecniche di lavoro sulla fotografia, non si può sperare di avere un ottimo risultato anche con una macchina da 5000 o 6000 euro. Ancor di più se ciò che fotografiamo non è 'sentito' il risultato finale sarà nel migliore dei casi tecnicamente perfetto. Potremmo anche fotografare con una camera obscura costruita in casa (cosa che ho fatto ai tempi dello studio...), praticamente la base della fotografia, la preistoria della moderna meccanica fotografica, ma se quel che fotografiamo ci appartiene, allora quel che ne verrà fuori sarà senza dubbio Arte.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Essendo, come detto, tutti nati da un preciso sentire del momento, e quindi del periodo, torno letteralmente indietro nel tempo, al momento stesso in cui ero dietro alla macchina fotografica, e rivivo il prima e il dopo. E’ una delle magie della fotografia, che senza dubbio si dà per scontata, ma non certo da sottovalutare. E’ meraviglioso!
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente su Deviantart e flickr, e su varie pagine comprese quelle su FB.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
La fotografia cattura attimi che ci appartengono. Le foto sono letteralmente piccole parti di come vediamo il mondo, e di come lo sentiamo. Perdere questo concetto lungo la strada, concentrandosi troppo sulla tecnica, credo che impoverisca non tanto la foto finale, ma noi stessi. Rimanere con lo stupore e la capacità di vedere di un bimbo è a mio parer l’aspetto più importante della fotografia, e più in generale di ogni singola arte. La tecnica e le basi vanno doverosamente imparate e assimilate, ma poi dimenticate, recuperando il sentire, e amplificandolo, stupendosi e venendo rapiti, ed è solo in quel momento che si comincia a scattare veramente foto.
Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay