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Informo che la pubblicazione di nuove interviste è al momento sospesa a causa del poco tempo a disposizione per seguire il blog come meriterebbe, mi dispiace...
Invito comunque gli utenti a navigare sulle pagine alla ricerca di interessanti interviste, ad esempio questa (postuma) a Mario Giacomelli.

Mi scuso per l'inconveniente con gli affezionati lettori e (spero) a presto!
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martedì 28 ottobre 2008

Fotografi nel web #55: Attilia Franchi

Pubblicato su Dentro al Replay il 28/10/2008




Attilia Franchi: chi è?
Fotografa per passione. 40 anni, vagabonda dentro. Da 6 anni lavoro, nella città di Trento, in una cooperativa sociale per l’accoglienza di persone senza dimora, praticamente giornalmente il mondo entra in me ed io, in tutta la mia fragilità, mi lascio travolgere.

Quando hai iniziato a fotografare?
In realtà da sempre, prendendo in prestito la macchina fotografica di mio padre, ma la vera passione è nata casualmente 4 anni fa.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Ho iniziato con la paesaggistica e le macro. Poi l’occhio, in sintonia con il cuore, mi ha aperto la vista sulla street ed indubbiamente questa è la realtà fotografica dove credo di riuscire ad esprimere ciò che spesso nascondo anche a me stessa, sensibilità e fragilità.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Non ho mai frequentato nessun corso. Acquisto regolarmente alcune riviste fotografiche ma soprattutto cerco di imparare provando, sbagliando, osservando le foto di amici che condividono la stessa passione e, facendo i conti con la mia permalosità, cerco di avvalermi delle critiche e degli insegnamenti degli amici fotografi, siano essi amatori o professionisti.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Amo sopra tutti Sebastião Salgado, a seguire Gianni Berengo Gardin e Gilles Peress.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho iniziato con la classica compatta, per passare poi alla Canon EOS 400D e, da circa 5 mesi, ho la EOS 4OD. Come obiettivi, tutti Canon: EFS 17-85mm f/4-5.6 IS USM;
EF 70-200mm f/2.8L IS USM;EF 50mm f/1.8. Ho scoperto poi la bellezza della pellicola, quindi non ho perso l’occasione per acquistarmi ed innamorarmi di una Pentax K1000 con obiettivi: 135mm f/2.8, 28mm f/2.8, 50mm f/2.8.


Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legata?

le mani raccontano, trasmettono e narrano ciò che spesso con gli occhi non sappiamo cogliere

indifferenza, pregiudizio, umanità calpestata che ci è solo di impedimento nel nostro cammino

la musica, attraverso i suoi artisti di strada, mi regala una magia indescrivibile

amo giocare con le ombre, compagnie veritiere della nostra anima

i volti, in particolare degli anziani, mi narrano nelle pieghe della pelle la storia di una vita.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Il progetto sul quale sto lavorando è un lavoro tra fotografia e parole. Con due ragazzi che vivono sulla strada da più di 10 anni cercheremo di raccontare cosa significa vivere per strada.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Nel 2007 ho partecipato a 30 scatti dal Web, mostra collettiva organizzata dal sito fotografico MicroMosso, nella città di Lucca dal 25 novembre al 16 dicembre, con questa foto:

Non nascondo che non mi dispiacerebbe fare una mia personale nella mia città.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
2006 Concorso indetto dall’Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Trento "Lui e Lei"
2007 Concorso di Meteo Trentino vincitrice a pari merito con altri 10 fotografi con la foto intitolata Caos. Esposta in una mostra collettiva.

La stessa è stata foto di copertina della rivista della Provincia Autonoma di Trento "Il Trentino" del novembre 2007
2007 Foto di copertina del libro di Piergiorgio Bortolotti "Sotto Voce" edito da Montedit
2008 Foto di copertina del libro di Piergiorgio Bortolotti "Elogio alla tenerezza" edito da Montedit
2008 Foto di copertina del libro di Piergiorgio Bortolotti "Una famiglia bislacca" edito da Lampi di Stampa.
2008 Concorso Nazionale indetto dalla Regione Umbria con tema "Donne e lavoro - scatta la sicurezza"

...presentata in B/N. Selezionata tra le foto esposte poi in una mostra collettiva a Perugia e Terni.
2008 calendario delle librerie Ancora con tiratura nazionale.


Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Agli inizi ogni momento libero lo dedicavo alla fotografia. Ora quando esco ho quasi sempre con me la macchina fotografica. Sempre più mi accorgo di portarla con me se in testa mi frulla un’idea che cerco di realizzare.

Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
L’episodio che ricordo con gioia è stato una mattina di domenica. Esco di casa e in un vicoletto vedo Paul, ragazzo sordomuto che per sbarcare il lunario faceva la statua vivente per le vie del centro. Lo saluto con un cenno della mano e con un sorriso gli chiedo se posso fotografarlo mentre si prepara. Il suo assenso mi ha regalato uno dei portfoli ai quali sono maggiormente legata. E’ visibile su www.micromosso.com nella sessione portfoli, si intitola ovviamente Paul.
Un episodio meno piacevole è accaduto invece sabato 4 ottobre 2008. A Trento si è tenuta una manifestazione contro la costruzione di una base militare in un sobborgo della città. Stavo seguendo il corteo e all’improvviso sento gli uomini della celere che urlano "tapparsi le orecchie". Subito dopo uno scoppio e per 5 minuti non ho sentito più nulla. Ho perso l’attimo dello scatto ma la paura ha avuto il sopravvento.


Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Quanta strada ho fatto e quanta ne ho da percorrere ancora con la mia macchina fotografica. Quanto, grazie ad un clic, ho conosciuto, svelato, prima di tutto a me stessa, parti di me che tenevo celate.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Agli inizi ho girovagato su alcune community fotografiche, poi su invito di Fiorella Lamnidis, con la quale condividevamo lo stesso sito, ho conosciuto www.micromosso.com. Da lì è nato un grande amore, delle splendide amicizie, altre ne nasceranno ed essendo fondamentalmente monogama, posto solo ed esclusivamente su MicroMosso.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Agli inizi non preoccuparti dei megapixel, delle regole, semplicemente lascia che i tuoi occhi guardino in maniera nuova il mondo che ti circonda. Se ti lasci travolgere allora inizia ad imparare la tecnica, le regole della composizione, della corretta esposizione, conosci la macchina fotografica che hai, le sue funzioni. Accetta con umiltà le critiche che ti vengono fatte, cerca di applicare le correzioni che ti vengono suggerite. Ma soprattutto non scordare che la passione per la fotografia può essere una via per non perdere la bellezza del bambino che è in noi.








Fotografie: © Attilia Franchi

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Un ringraziamento speciale va a Fiorella Lamnidis, che mi ha fatto conoscere Micromosso, Assieme a lei poi Giovanni Guido Marchi. Hanno fatto le prime critiche ed espresso i primi giudizi negativi alle mie foto. Hanno accettato la mia permalosità, mi hanno seguito ed insegnato le prime regole basi della fotografia.
Antonio Perrone per il grande lavoro che, dietro le quinte, coadiuvato da splendidi amici, fa quotidianamente per rendere MicroMosso una community libera, dove convivono dal più acerbo al fotografo professionista. La lista sarebbe veramente lunga quindi il ringraziamento va a tutti gli amici di MicroMosso, che giornalmente mi aiutano a crescere, prima di tutto come persona, e poi come fotografa.

martedì 21 ottobre 2008

Fotografi nel web #54: Tino Veneziano

Pubblicato su Dentro al Replay il 21/10/2008




Tino Veneziano: chi è?
A volte il termine Fotografo mi sembra una parola grossa... diciamo il classico "Fotografo della domenica" mosso dalla curiosità e dall'emozione del "vedere", sicuramente per passione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Intorno ai 18 anni, saltuariamente, poi dal 2001 dopo il mio primo viaggio in Mozambico con passione crescente.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Beh, il Reportage è per me la massima espressione; in questo genere rientra un po' tutto come per esempio i ritratti, genere a cui sono molto affezionato, in fondo un volto racconta, spesso racconta una situazione, un disagio, una gioia e un dolore, racconta la vita, racconta il Mondo... è sempre una porta, a volte aperta o semplicemente dischiusa di una umanità che vale sempre la pena di conoscere.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, e a volte penso che sia necessario poiché la tecnica serve e me ne rendo conto quando faccio dei Reportage e scopro con amarezza di non essere stato all'altezza tecnicamente, di non aver fissato una situazione in modo leggibile, ma è anche vero che molto ho imparato nel confronto diretto con altri fotografi, una seria fotocommunty vale cento volte un buon corso di fotografia, un corso è ristretto nel tempo, un confronto con una fotocommunty è diluito nel tempo, si ha più tempo per metabolizzare e interiorizzare.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Non ho particolari punti di riferimento, certo fa tanto fico citare questo o quello... potrei dire Salgado perché effettivamente è un grande, o un Tano D'Amico per ciò che ha saputo comunicare... pensandoci bene, un fotografo che stimo tantissimo è Francesco Zizola, ecco se potessi arrivare solo ad un decimo di ciò che è in grado di esprimere Zizola nei suoi Reportage sarei ampiamente felice. Ma rimanendo con i piedi per terra i miei punti di riferimento più vicini sono i miei amici fotografi: Marco Pavani, Aldo Feroce, Giacomo Sardi, Mario Gabbarini... Ah! Di recente ho scoperto un fotografo Israeliano che mi piace molto, Harel Stanton.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
La mia prima fotocamera è stata la CM4 della Chinon, poi sono passato alle Canon (e stiamo ancora parlando di analogiche), la mia prima digitale è stata una Panasonic, poi alcune Olympus di cui ho apprezzato la nitidezza delle ottiche, ma poi sono passato stabilmente alla Canon a iniziare dalla 10D e poi di seguito sino alla attuale 40D... la Canon mi dovrebbe dare un premio fedeltà!!!

Qual è lo scatto (o gli scatti) al quale sei particolarmente legato?
Sicuramente lo scatto "il Futuro del Mozambico".


Ero a Goba, in Mozambico, avevamo allestito un ambulatorio da campo, il luogo era il nulla in mezzo al niente, la gente inizialmente era diffidente, alcuni giorni prima si erano trovati alcuni bambini senza testa, si era diffusa la voce che i bianchi sudafricani uccidevano i bambini per prelevargli gli organi... poi conquistammo la fiducia e cominciai a fotografare... questa foto per me è molto importante, è stata scelta e stampata in diverse centinaia di migliaia di copie in cartoline, manifesti, libri e riviste, è stata per molto tempo il Logo di DREAM, il programma di cura contro l'Aids della Comunità di Sant'Egidio di cui faccio parte. Questa fotografia fu scelta nel decennale della fine della guerra civile che provocò un milione di morti, i bambini avevano appunto 10 anni, i primi frutti della Pace.


Poi sicuramente "Il Silenzio degli Innocenti" sempre scattata a Goba, uno scatto che tecnicamente ha molti problemi ma che secondo me (e a detta di molti altri) ha una potenza nella comunicazione non comune.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Fotograficamente parlando sto realizzando il mio nuovo sito poiché quello attuale www.tinoveneziano.com non mi soddisfa, e difatti è in rete da tempo ma non l'ho né finito né aggiornato. Credo di essere in grado di pubblicare il nuovo entro un mesetto..... (spero).
A novembre sarò a Cipro per un servizio fotografico al Meeting "Uomini e Religioni" organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Chiesa Ortodossa di Cipro, sarà un reportage sull'Ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Vorrei tornare in Africa e in Israele, sono i due luoghi in cui vivo le mie grandi passioni, in Africa per continuare i miei reportage su DREAM e visitare i nuovi centri che abbiamo aperto, in Israele perché per me è un riferimento spirituale molto importante, la complessità di Gerusalemme mi attira fortemente, è un luogo unico la cui attrazione non è solamente turistica (che da sola già vale) ma profondamente spirituale, è il luogo dove si incontrano le domande fondamentali dell'Uomo. Poi ho un debole per Tel Aviv, una città che pulsa di voglia di vivere nonostante tutto, è una città moderna, l'anno prossimo compie 100 anni ma racchiude in se l'acciaio e il vetro insieme ai vicoli antichi di Jaffa legati insieme dalle storie umane che solo una città cosmopolita può avere.


Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Qualche volta, a due mostre dedicati agli anziani... a dire il vero, le mie fotografie girano in diversi parti del Mondo e non saprei con precisione dove sono state esposte, dico questo perché specialmente le fotografie fatte in Africa sono totalmente a servizio della Comunità di Sant'Egidio che le utilizza per convegni, mostre, conferenze, pubblicazioni o altro.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Ho avuto due menzioni speciali ai concorsi su citati, ho all'attivo diverse copertine di libri, e una quarantina di scatti per la rivista "Conoscersi e Convivere" del Comune di Roma.
http://www.santegidio.org/archivio/libri/mozambico_DE.htm
http://www.santegidio.org/archivio/libri/mozambico2002_IT.htm http://www.santegidio.org/archivio/libri/eurafrica_IT.htm
http://www.fides.org/ita/recensioni/2008/salvati_0108.html
http://www.maitreya.it/mountpoint/rivista-comune-roma.gif
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=608
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=576


Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Non quanto vorrei purtroppo, fosse per me viaggerei continuamente per fotografare, ma ho una presenza costante su alcune fotocommunty.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
A gennaio ero a Tel Aviv e fotografavo il complesso delle Azrieli Tower Center, sono tre grattacieli di 55 piani, sono affiancati, la particolarità che ognuno ha una forma geometrica, un parallelepipedo, un cilidro, un prisma, le reputo affascinati queste torri, si stagliano nel cielo blu di Israele in modo unico, sono collegate da un ponte ad arcata unica in acciaio che collega l'altra parte della città sorvolando su una superstrada. Stavo sul ponte facendo dei controluce delle torri quando sono arrivati degli agenti in borghese che gentilmente mi hanno chiesto i documenti, erano dello Shin Bet i servizi interni israeliani. Mi chiesero chi ero e perché fotografavo, dissi in un ebraico stentato che le torri erano bellissime e io ero un fotografo, perché non potevo fotografare? I tre iniziarono a parlare con la centrale e capii che comunicavano i miei dati e stavano facendo un controllo nel mio albergo, la cosa non mi turbava, in fondo che stavo facendo di male? Però la cosa stava durando troppo, il sole calava e mi stavo perdendo i controluce, alché spazientito gli ho detto, guardate qui (facendo vedere il display della Canon) ecco cosa sto facendo. Questi mi prendono la Canon si mettono a guardare le foto, e la cosa era ridicola poiché fanno capanello lasciandomi fuori, la gente che passava mi guardava alcuni come se fossi un terrorista alcuni divertiti da questi agenti che dicevano, bellissma! Stupenda! Ma guarda come è bella questa! Deve essere successo qualcosa perché ho sentito strillare dai loro auricolari, evidentemente eravamo osservati, mi riconsegnarono la Canon facendomi i complimenti, uno mi chiese pure se avevo un sito, poi mi dissero che potevo continuare a fotografare le torri ma non quello che avevamo alle spalle.... è lì che scoprii che eravamo di fronte al quartier generale delle forze armate di Israele!!!!

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Spesso mi mangio le mani...

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
www.tinoveneziano.com
www.micromosso.com
www.fotocommunity.it
www.oltrelafoto.com

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
La tecnica è importante, non sottovalutatela mai ma non è tutto, anzi, spesso si cerca la perfezione a discapito dell'anima, la fotografia è luce, luce con cui si dipinge o si ferma la realtà, e la luce non la puoi squadrare, la luce diviene un modo di "vedere" il mondo, questo "vedere" è personalissimo, si possono avere punti di riferimento, certo, ma il proprio modo di "vedere" è unico. In fondo ogni fotografo è una spugna, assorbe, assorbe le immagini e il "vedere" dell'altro, è la somma del bello degli altri. Quindi un consiglio spassionato: guardate i lavori degli altri, leggete e leggete ancora il modo di "vedere" degli altri, c'è sempre da imparare.







Fotografie: © Tino Veneziano

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio Marco Pavani che ha creduto alla mia passione e mi ha insegnato la differenza tra fare clic e comporre, Aldo Feroce che ha saputo valorizzare il mio "vedere" con pazienza e determinazione, a Micromosso in particolare ad Antonio Perrone che ha creato uno spazio libero per fotografi liberi dove si può raccontare il mondo con le sue emozioni.

mercoledì 15 ottobre 2008

Fotografi nel web #53: Francesco Truono

Pubblicato su Dentro al Replay il 15/10/2008




Francesco Truono: chi è? Fotografo per professione, per passione o quale altra definizione ti si addice di più?
Ho cominciato con una grande passione per quello che faccio e ne ho fatto una professione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho cominciato diversi anni fa, ma la svolta l'ho avuta cinque anni fa con l'avvento del digitale. Ho deciso poi di cominciare a fare sul serio tre anni fa.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Mi interesso esclusivamente di spettacolo ed intendo Teatro, in particolare la Lirica, e musica Jazz.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho fatto due corsi di fotografia ma dopo mezz'ora a corso ho mandato tutti a quel paese.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
La mia fotografia, almeno quella alla quale sono particolarmente legato, nasce da un incontro del tutto casuale con un uno dei più grandi musicisti che io abbia mai conosciuto ed ascoltato: Javier Girotto. E' stato come se fossi stato folgorato dal suono del suo sax soprano e mi sono detto: "Devo tentare di dare emozioni con le mie immagini come lui sta facendo con me con la sua musica". Personalmente apprezzo un solo fotografo al mondo; è l' unico ad aver dato un concetto di Universalità alla fotografia e questo è Oliviero Toscani.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato Nikon ed ho sempre avuto il meglio che Nikon, nel mio settore, potesse offrirmi. Fa tutto parte di un pacchetto. L'attrezzatura è fondamentale se si vogliono ottenere risultati di un certo rilievo specialmente quando sei al limite. Ho visto da subito le potenzialità del digitale. Esso mi ha permesso di avere subito, grazie ad internet, una vetrina sul mondo che io ho usato per farmi conoscere e confrontarmi. Ed inoltre internet ha permesso di scavalcare tutti i filtri che esistevano e poter andare immediatamente al nocciolo.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Questo è lo scatto che in parte ha segnato la mia vita e che mi rappresenta ormai da quando l' ho fatto. E' una ragazza di New Orleans che non conosco e che ormai mi segue da tre anni in tutte le mie mostre.


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
La mia, con il passare del tempo, è diventata una ricerca esasperata delle "Sonorità". Uso la musica come chiave di lettura per rappresentare l'Umanità. Sto affrontando un percorso che so gìà dove mi porterà, ma per arrivarci deve passare tempo e devo ancora sentire altre cose, tante altre cose. C'è un unico progetto nella mia mente, arrivare in Africa, arrivare lì dove tutto è nato, dove spazio e tempo si fondono e diventano una sola cosa. Ma prima di arrivarci bisogna che io senta ancora tante cose, visitare altri paesi. Non sono ancora pronto.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho fatto diverse mostre personai. Due incredibili a Milano al Teatro Dal Verme. Una in occasione di Umbria Jazz ad Orvieto. Altre mostre in provincia di Salerno.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Pubblico su tutte le riviste specializzate di Jazz ed in particolare su "Jazz Magazine" con il quale ho degli ottimi rapporti. Ho fatto con loro dieci copertine, nell'arco di un anno e mezzo. Ho avuto riconoscimenti da personaggi pubblici come Franco Fayenz che è considerato il più grosso critico musicale e d'arte italiano. Riconoscimenti da tutti i musicisti, un nome per tutti Noa, sono tra i suoi fotografi preferiti, che ho fotografato e con molti di loro ho collaborato producendo le cover di cd.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Diciamo che più che tempo alla fotografia dedico tempo alla musica, alla continua ricerca di nuove sensazioni che faccio mie e cerco poi di trasformare in immagini.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Ti racconto l'episodio che mi ha fatto passare dall'essere fotoamatore appassionato al professionismo. Tre anni fa mi era venuta la fissazione di andare a vedere come e se fosse rinato il più grande festival del mondo di Jazz: "New Orleans" dopo "Katrina", siamo nel 2006. Comincio a bussare porta porta con la mia cartella di plastica che è sempre con me. Dentro ci sono decine di stampe in formato 30x45. Trovo per puro caso a Roma un editore che vedendo le mie foto mi guarda e mi dice: "Ok quanto vuole per questo progetto?". Io sparo la cifra, lui mi guarda e senza dire una parola prende il telefono, chiama la segretaria e fa fare immediatamente un bonifico bancario sul mio conto come anticipo di spese. Quando sono andato via non ero felice, ero terrorizzato, non sapevo se sarei stato all'altezza della situazione. C'è una cosa da dire, per me molto importante, non avevo fino a quel periodo mai preso un aereo, non conosco l'inglese ed ero da solo. Tre giorni dopo l'incontro con l'editore ero su un volo della Delta Aerlines. E' stata un'esperienza che mi ha cambiato profondamente...

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Cavolo ma come ero bravo! Scherzo, rivedo tutto il mio percorso e danno sempre più senso a quello che mi sono prefisso. La ricerca di un vero e proprio "Linguaggio Universale".

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Pubblico sul mio piccolo sito che è: www.jazzedoltre.it e su Jazzitalia che è il più grande portale di musica jazz italiano.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non piegarsi mai al volere degli editori, fare sempre quello che uno sente dentro. Dico sempre: Faccio quello che voglio, quando voglio, come voglio. Funziona.








Fotografie: © Francesco Truono

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringraziamenti: pochi, pochissimi. Il mondo della fotografia è un mondo orribile. Credo di essere tra i fotografi più amati dai musicisti, e parlo con riscontri alla mano, ma sono anche il fotografo più odiato da quelli che fanno le cose che faccio io. Ci sono nel mondo della fotografia, ma questo è un discorso che si può generalizzare, persone che da anni non producono più niente, hanno solo un nome che ormai è privo di qualsiasi contenuto, fanno il bello e cattivo tempo e non li smuovi e non ti lasciano spazio. Ma va bene così, personalmente non ho bisogno di loro. Personalmente ho bisogno della mia musica, dell'affetto dei musicisti e di tutti quelli che amano quello che faccio.