Francesco Truono: chi è? Fotografo per professione, per passione o quale altra definizione ti si addice di più?
Ho cominciato con una grande passione per quello che faccio e ne ho fatto una professione.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho cominciato diversi anni fa, ma la svolta l'ho avuta cinque anni fa con l'avvento del digitale. Ho deciso poi di cominciare a fare sul serio tre anni fa.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Mi interesso esclusivamente di spettacolo ed intendo Teatro, in particolare la Lirica, e musica Jazz.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho fatto due corsi di fotografia ma dopo mezz'ora a corso ho mandato tutti a quel paese.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
La mia fotografia, almeno quella alla quale sono particolarmente legato, nasce da un incontro del tutto casuale con un uno dei più grandi musicisti che io abbia mai conosciuto ed ascoltato: Javier Girotto. E' stato come se fossi stato folgorato dal suono del suo sax soprano e mi sono detto: "Devo tentare di dare emozioni con le mie immagini come lui sta facendo con me con la sua musica". Personalmente apprezzo un solo fotografo al mondo; è l' unico ad aver dato un concetto di Universalità alla fotografia e questo è Oliviero Toscani.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato Nikon ed ho sempre avuto il meglio che Nikon, nel mio settore, potesse offrirmi. Fa tutto parte di un pacchetto. L'attrezzatura è fondamentale se si vogliono ottenere risultati di un certo rilievo specialmente quando sei al limite. Ho visto da subito le potenzialità del digitale. Esso mi ha permesso di avere subito, grazie ad internet, una vetrina sul mondo che io ho usato per farmi conoscere e confrontarmi. Ed inoltre internet ha permesso di scavalcare tutti i filtri che esistevano e poter andare immediatamente al nocciolo.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Questo è lo scatto che in parte ha segnato la mia vita e che mi rappresenta ormai da quando l' ho fatto. E' una ragazza di New Orleans che non conosco e che ormai mi segue da tre anni in tutte le mie mostre.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
La mia, con il passare del tempo, è diventata una ricerca esasperata delle "Sonorità". Uso la musica come chiave di lettura per rappresentare l'Umanità. Sto affrontando un percorso che so gìà dove mi porterà, ma per arrivarci deve passare tempo e devo ancora sentire altre cose, tante altre cose. C'è un unico progetto nella mia mente, arrivare in Africa, arrivare lì dove tutto è nato, dove spazio e tempo si fondono e diventano una sola cosa. Ma prima di arrivarci bisogna che io senta ancora tante cose, visitare altri paesi. Non sono ancora pronto.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho fatto diverse mostre personai. Due incredibili a Milano al Teatro Dal Verme. Una in occasione di Umbria Jazz ad Orvieto. Altre mostre in provincia di Salerno.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Pubblico su tutte le riviste specializzate di Jazz ed in particolare su "Jazz Magazine" con il quale ho degli ottimi rapporti. Ho fatto con loro dieci copertine, nell'arco di un anno e mezzo. Ho avuto riconoscimenti da personaggi pubblici come Franco Fayenz che è considerato il più grosso critico musicale e d'arte italiano. Riconoscimenti da tutti i musicisti, un nome per tutti Noa, sono tra i suoi fotografi preferiti, che ho fotografato e con molti di loro ho collaborato producendo le cover di cd.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Diciamo che più che tempo alla fotografia dedico tempo alla musica, alla continua ricerca di nuove sensazioni che faccio mie e cerco poi di trasformare in immagini.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Ti racconto l'episodio che mi ha fatto passare dall'essere fotoamatore appassionato al professionismo. Tre anni fa mi era venuta la fissazione di andare a vedere come e se fosse rinato il più grande festival del mondo di Jazz: "New Orleans" dopo "Katrina", siamo nel 2006. Comincio a bussare porta porta con la mia cartella di plastica che è sempre con me. Dentro ci sono decine di stampe in formato 30x45. Trovo per puro caso a Roma un editore che vedendo le mie foto mi guarda e mi dice: "Ok quanto vuole per questo progetto?". Io sparo la cifra, lui mi guarda e senza dire una parola prende il telefono, chiama la segretaria e fa fare immediatamente un bonifico bancario sul mio conto come anticipo di spese. Quando sono andato via non ero felice, ero terrorizzato, non sapevo se sarei stato all'altezza della situazione. C'è una cosa da dire, per me molto importante, non avevo fino a quel periodo mai preso un aereo, non conosco l'inglese ed ero da solo. Tre giorni dopo l'incontro con l'editore ero su un volo della Delta Aerlines. E' stata un'esperienza che mi ha cambiato profondamente...
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Cavolo ma come ero bravo! Scherzo, rivedo tutto il mio percorso e danno sempre più senso a quello che mi sono prefisso. La ricerca di un vero e proprio "Linguaggio Universale".
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Pubblico sul mio piccolo sito che è: www.jazzedoltre.it e su Jazzitalia che è il più grande portale di musica jazz italiano.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non piegarsi mai al volere degli editori, fare sempre quello che uno sente dentro. Dico sempre: Faccio quello che voglio, quando voglio, come voglio. Funziona.
Fotografie: © Francesco Truono
Ho cominciato con una grande passione per quello che faccio e ne ho fatto una professione.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho cominciato diversi anni fa, ma la svolta l'ho avuta cinque anni fa con l'avvento del digitale. Ho deciso poi di cominciare a fare sul serio tre anni fa.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Mi interesso esclusivamente di spettacolo ed intendo Teatro, in particolare la Lirica, e musica Jazz.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho fatto due corsi di fotografia ma dopo mezz'ora a corso ho mandato tutti a quel paese.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
La mia fotografia, almeno quella alla quale sono particolarmente legato, nasce da un incontro del tutto casuale con un uno dei più grandi musicisti che io abbia mai conosciuto ed ascoltato: Javier Girotto. E' stato come se fossi stato folgorato dal suono del suo sax soprano e mi sono detto: "Devo tentare di dare emozioni con le mie immagini come lui sta facendo con me con la sua musica". Personalmente apprezzo un solo fotografo al mondo; è l' unico ad aver dato un concetto di Universalità alla fotografia e questo è Oliviero Toscani.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato Nikon ed ho sempre avuto il meglio che Nikon, nel mio settore, potesse offrirmi. Fa tutto parte di un pacchetto. L'attrezzatura è fondamentale se si vogliono ottenere risultati di un certo rilievo specialmente quando sei al limite. Ho visto da subito le potenzialità del digitale. Esso mi ha permesso di avere subito, grazie ad internet, una vetrina sul mondo che io ho usato per farmi conoscere e confrontarmi. Ed inoltre internet ha permesso di scavalcare tutti i filtri che esistevano e poter andare immediatamente al nocciolo.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Questo è lo scatto che in parte ha segnato la mia vita e che mi rappresenta ormai da quando l' ho fatto. E' una ragazza di New Orleans che non conosco e che ormai mi segue da tre anni in tutte le mie mostre.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
La mia, con il passare del tempo, è diventata una ricerca esasperata delle "Sonorità". Uso la musica come chiave di lettura per rappresentare l'Umanità. Sto affrontando un percorso che so gìà dove mi porterà, ma per arrivarci deve passare tempo e devo ancora sentire altre cose, tante altre cose. C'è un unico progetto nella mia mente, arrivare in Africa, arrivare lì dove tutto è nato, dove spazio e tempo si fondono e diventano una sola cosa. Ma prima di arrivarci bisogna che io senta ancora tante cose, visitare altri paesi. Non sono ancora pronto.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho fatto diverse mostre personai. Due incredibili a Milano al Teatro Dal Verme. Una in occasione di Umbria Jazz ad Orvieto. Altre mostre in provincia di Salerno.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Pubblico su tutte le riviste specializzate di Jazz ed in particolare su "Jazz Magazine" con il quale ho degli ottimi rapporti. Ho fatto con loro dieci copertine, nell'arco di un anno e mezzo. Ho avuto riconoscimenti da personaggi pubblici come Franco Fayenz che è considerato il più grosso critico musicale e d'arte italiano. Riconoscimenti da tutti i musicisti, un nome per tutti Noa, sono tra i suoi fotografi preferiti, che ho fotografato e con molti di loro ho collaborato producendo le cover di cd.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Diciamo che più che tempo alla fotografia dedico tempo alla musica, alla continua ricerca di nuove sensazioni che faccio mie e cerco poi di trasformare in immagini.
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Ti racconto l'episodio che mi ha fatto passare dall'essere fotoamatore appassionato al professionismo. Tre anni fa mi era venuta la fissazione di andare a vedere come e se fosse rinato il più grande festival del mondo di Jazz: "New Orleans" dopo "Katrina", siamo nel 2006. Comincio a bussare porta porta con la mia cartella di plastica che è sempre con me. Dentro ci sono decine di stampe in formato 30x45. Trovo per puro caso a Roma un editore che vedendo le mie foto mi guarda e mi dice: "Ok quanto vuole per questo progetto?". Io sparo la cifra, lui mi guarda e senza dire una parola prende il telefono, chiama la segretaria e fa fare immediatamente un bonifico bancario sul mio conto come anticipo di spese. Quando sono andato via non ero felice, ero terrorizzato, non sapevo se sarei stato all'altezza della situazione. C'è una cosa da dire, per me molto importante, non avevo fino a quel periodo mai preso un aereo, non conosco l'inglese ed ero da solo. Tre giorni dopo l'incontro con l'editore ero su un volo della Delta Aerlines. E' stata un'esperienza che mi ha cambiato profondamente...
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Cavolo ma come ero bravo! Scherzo, rivedo tutto il mio percorso e danno sempre più senso a quello che mi sono prefisso. La ricerca di un vero e proprio "Linguaggio Universale".
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Pubblico sul mio piccolo sito che è: www.jazzedoltre.it e su Jazzitalia che è il più grande portale di musica jazz italiano.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non piegarsi mai al volere degli editori, fare sempre quello che uno sente dentro. Dico sempre: Faccio quello che voglio, quando voglio, come voglio. Funziona.
Fotografie: © Francesco Truono
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringraziamenti: pochi, pochissimi. Il mondo della fotografia è un mondo orribile. Credo di essere tra i fotografi più amati dai musicisti, e parlo con riscontri alla mano, ma sono anche il fotografo più odiato da quelli che fanno le cose che faccio io. Ci sono nel mondo della fotografia, ma questo è un discorso che si può generalizzare, persone che da anni non producono più niente, hanno solo un nome che ormai è privo di qualsiasi contenuto, fanno il bello e cattivo tempo e non li smuovi e non ti lasciano spazio. Ma va bene così, personalmente non ho bisogno di loro. Personalmente ho bisogno della mia musica, dell'affetto dei musicisti e di tutti quelli che amano quello che faccio.
Ringraziamenti: pochi, pochissimi. Il mondo della fotografia è un mondo orribile. Credo di essere tra i fotografi più amati dai musicisti, e parlo con riscontri alla mano, ma sono anche il fotografo più odiato da quelli che fanno le cose che faccio io. Ci sono nel mondo della fotografia, ma questo è un discorso che si può generalizzare, persone che da anni non producono più niente, hanno solo un nome che ormai è privo di qualsiasi contenuto, fanno il bello e cattivo tempo e non li smuovi e non ti lasciano spazio. Ma va bene così, personalmente non ho bisogno di loro. Personalmente ho bisogno della mia musica, dell'affetto dei musicisti e di tutti quelli che amano quello che faccio.
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