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martedì 15 marzo 2011

Fotografi nel web #148: Rossella Fernandez



Rossella Fernandez: chi è?
Mi definirei una donna "timidamente curiosa" della vita che esprime, racconta le proprie emozioni, le proprie sensazioni, il proprio mondo interiore, attraverso la fotografia. La macchina fotografica è "in primis" un mezzo che mi permette di superare l’emotività e di comunicare i miei stati d’animo e le mie idee con fantasia e creatività.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare all’età di 19 anni con una reflex analogica Nikon FE10; qualche anno dopo mi regalarono una fantastica Nikon FM2 che utilizzo, ancora oggi, se devo scattare in analogico. In realtà per un lungo periodo della mia vita ho fotografato poco e di rado. Il risveglio dal torpore fotografico è avvenuto solo cinque anni fa grazie all’ACAF, un’associazione di fotoamatori catanesi, che mi ha permesso di ritrovare e coccolare una passione mai dimenticata.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Prediligo molto una fotografia "pensata" che racconta attraverso metafore, che crea messaggi subliminali, nell’intento di indurre l’osservatore alla riflessione. Molti dei miei scatti lasciano trasparire un sentimento di solitudine che mi appartiene da sempre anche se, in questi ultimi anni, il confronto fotografico, con tante persone a me vicine, mi ha permesso di indossare abiti nuovi, più ironici.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Sì, cinque anni fa ho frequentato un corso di fotografia presso l’ACAF, dove ho appreso le basi della tecnica fotografica e dove ho conosciuto persone di grande esperienza, disponibili a rispondere a tutte le mie domande e ai miei numerosi dubbi, ai quali ho cercato di "rubare" un po’ di conoscenze fotografiche. Sempre presso la stessa associazione ho frequentato un corso di post-produzione digitale. In futuro vorrei frequentare dei corsi che si occupino del linguaggio fotografico e di tutti gli aspetti della sua forza comunicativa.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Adoro le bellissime immagini di Boubat e di autori celebri quali Bresson, Erwitt, Giacomelli con i suoi giochi di bianco-nero estremo. Mi incuriosisce la sofferenza esistenziale di Francesca Woodman e la trasgressività di Diane Arbus. Apprezzo la fotografia di autori che ho conosciuto personalmente come Gianni Berengo Gardin, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
I miei pochi scatti analogici sono stati realizzati quasi tutti con una reflex Nikon FM2 che continuo a custodire preziosamente. Con l’inizio del corso di fotografia -di cui parlavo prima- decisi di comprare una reflex Canon 400D che ho utilizzato sino a pochi mesi fa quando ho acquistato una Canon 7D con la quale mi trovo benissimo.

Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legata?
Sono molto legata a "Oltre", uno scatto che mi ha permesso di infrangere quel muro dietro al quale si trovavano: le mie insicurezze, le mie paure, ma anche le mie gioie e i miei desideri, e di guardare "Oltre".


Sono legata anche ad alcuni autoritratti che mi mettono a nudo in modo introspettivo o addirittura comico.




Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Da un anno circa sto lavorando su dei portfoli. Il mio esercizio fotografico finora non era andato oltre i quattro scatti per ciascun progetto. Adesso credo sia arrivato il momento di ampliarli e completarli, e chissà che un giorno uno di questi portfoli non si trasformi in una mostra personale!

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
In questi anni ho esposto le mie immagini in diverse collettive organizzate a Catania dall’ACAF. Tra le ultime: una collettiva sulle violenze subite dalle donne, una collettiva sul tema della lettura e una collettiva, presso la libreria La Feltrinelli, che celebra S.Agata, la Santa Patrona di Catania. Insieme alle mie amiche Daniela D’Arrigo e Lucia Pulvirenti ho realizzato due progetti fotografici, uno su Londra "Double-Decker" e l’altro su Berlino "Ich bin ein berliner". Di recente con Lucia Pulvirenti ho relizzato una mostra fotografica e un audiovisivo, sulla Tunisia, dal titolo "Layta Shi’ri, gli aridi deserti della ragione".

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nel 2010 una mia foto, scattata all’interno del museo ebraico di Berlino, ha vinto un concorso nazionale dedicato alla memoria del fotoreporter "Massimo Tramonte"; in precedenza solo piccole vittorie in alcuni concorsi fotografici nell’ambito della città di Catania.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Purtroppo non riesco a dedicare alla fotografia tutto il tempo che vorrei, a volte riesco a rivolgerle intere giornate, a volte solo poche ore.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Spesso quando fotografiamo rischiamo di essere anche un po’ incoscienti. Un giorno mi dissero che nelle vicinanze di Agrigento potevo fotografare un paesaggio che ricordava quello lunare. Ero così contenta di aver trovato l’ambientazione ideale per alcuni miei scatti, che non mi documentai per nulla sulla natura del luogo. Mi ritrovai a camminare sulle Maccalube di Aragona, suggestive sorgenti idroargillose, composte da piccoli coni che sembrano dei vulcanelli dalla cui sommità fuoriesce fangosa argilla. Avevo l’impressione di camminare su di un soffice panettone e la curiosità di fotografare questo particolare fenomeno, realizzando i miei scatti lunari, era così tanta che mi ritrovai a sprofondare, sino al busto, in qualcosa che posso descrivere come delle fangose "sabbie mobili". Solo il tempestivo intervento della mia amica Lucia mi impedì di sprofondare ulteriormente con tutta la macchina fotografica. Inoltre considerato che l’argilla in breve tempo si solidifica, si può facilmente immaginare come erano ridotti i miei vestiti, ma per fortuna io e la mia macchina fotografica eravamo salve.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Sono una persona estremamente critica nei confronti di tutti i miei scatti sia vecchi che nuovi. Di solito guardo velocemente gli scatti appena fatti per poi lasciarli decantare nel mio hard disk, per un lungo periodo, prima di rivederli. Ho come l’esigenza di interiorizzarli prima di dare loro una forma. Ovviamente ci sono scatti che non possono aspettare e normalmente sono quelli che, in seguito, rivisito più volte prima di sentirli finalmente completi.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Le mie immagini pubblicate, in realtà, non sono tantissime e si trovano sul sito dell’ACAF e su Micromosso.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Osservate e scattate tanto. All’inizio sarete sommersi dagli scatti, pian piano esercitatevi a centellinarli dove possibile, cioè abituatevi a selezionare già in fase di scatto. Meno scatti ma buoni. Ciò che continuo a ripetermi quando fotografo è che non tutto si può recuperare in fase di post-produzione. Quindi il vostro obiettivo dovrebbe essere quello di avere già scatti buoni in camera. Lo so è difficile! Soprattutto scattate le vostre immagini e confrontatevi con altri appassionati di fotografia. Il confronto è necessario per crescere.








Fotografie: © Rossella Fernandez

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Vorrei ringraziare di cuore l’ACAF, in particolare il suo Presidente Cosimo Di Guardo, Salvo Canuti, Francesco Barbera e tutti quei soci che hanno sempre un sorriso per me. Ringrazio il critico fotografico Avv. Pippo Pappalardo per le sue attente letture, per i suoi consigli e per la sua sincera amicizia. Un grazie alle mie compagne di viaggio Daniela D’Arrigo e Lucia Pulvirenti; in particolare a Lucia che mi incoraggia e sostiene fotograficamente ed umanamente. Un grazie anche alla redazione di ACAFnews, di cui faccio parte, a Licia Castoro e Maurizio Martena insostituibili collaboratori. Un caro saluto a tutti gli amici micromossini e un ringraziamento a Libero Api per avermi concesso questa bellissima opportunità di raccontarmi superando la mia timidezza.


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

11 commenti:

  1. Una bella intervista. Traspare tutta la sensibilità e la delicatezza di chi si accosta alla fotografia con dedizione e umiltà, senza alzare i toni, ma percorrendo in punta di piedi un percorso che già appare straordinario.
    Brava per le tue parole e per le tue bellissime immagini.
    Un saluto,
    Fausto

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  2. Complimenti Rossella....per le belle foto e per la bella intervista....

    Enzo Penna

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  3. Il tuo è timido ma fondamentale passaggio, tra noi.

    Ciao Rossella :-))

    Gianni Mazzesi

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  4. Un piacere leggerti e poterti conoscere un po' meglio. Le tua immagini non sono mai scontate, anzi, come dicevi tu portano a riflettere. Mi ha colpito molto il paesaggio "aereo" di Londra, con tutto quel vuoto sotto i piedi dei visitatori "volanti".

    Ciao.

    enrico (ventrix)

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  5. Ti volevo già bene, dopo averti letto ...confermo questo sentimento con grande profondità e sincerità.. Ti apprezzo molto umanamente e fotografica-mente:) un abbraccio giulia berardi

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  6. Ciao Rossella mi ha fatto molto piacere leggere qualcosa su di Te.cosi ti conosco un pochetto di piu'.complimenti per le tue bellissime foto.un salutone ciaooooooooooooooooo
    Daniele Brandolini

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  7. "Oltre" è davvero OLTRE!
    Mi ha fatto piacere leggere la tua intervista per scoprire qualcosa in più di te, di una persona che stimo e voglio bene! Oggi ho pubblicato un tuo ritratto, mi farebbe piacere avere un tuo parere. Ciaooo

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  8. Sono felicissimo che tu ti sia salvata dalle sabbie mobili della Maccalube di Aragona.
    Ci sarebbe stato un grosso vuoto nella piccola schiera delle mie care amiche.

    Continua ad essere come sei!

    Un caro abbraccio da Saro

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  9. la "timida" Rossella........c'è tempo a tutto , vedrai arriva!
    un abbraccio
    Aldo

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