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martedì 23 novembre 2010

Fotografi nel web #139: Stefano Landi



Stefano Landi: chi è?
Un fotoamatore talmente affascinato dalla fotografia da coltivarla attualmente come fosse una professione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare in digitale relativamente da pochi anni e quasi per caso, grazie al regalo di una piccola compatta da parte di mia moglie. In realtà l’approccio con la fotografia risale a parecchi anni prima: avevo una Minolta FX300 con cui, ogni tanto, mi dilettavo a scattare. Ma era un sistema troppo lento per il mio modo di essere e mi riferisco alla fase successiva allo scatto, quella dello sviluppo e della stampa che non ho mai curato personalmente.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo prevalentemente le foto di eventi, siano musicali, teatrali o di danza, per cui in genere situazioni fotograficamente con poca luce. Pare strano, ma spesso sono in difficoltà a scattare in pieno giorno.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, appena acquistata la mia prima (e per ora unica) reflex digitale ho fatto un corso, più che altro per imparare ad usare la nuova tecnologia. E’ stato interessante soprattutto per mettermi in contatto con altri fotoamatori locali con alcuni dei quali ho stretto una bella amicizia che dura tutt’ora.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che apprezzi di più?
Tra quelli del passato sicuramente Brassaï e Giacomelli, Man Ray, Avedon, tra quelli presenti, dato il genere che amo, Pino Ninfa e Francesco Truono, oltre a tanti illustri sconosciuti che vedo girovagando nel web e che trovo veramente bravi.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato e quale stai attualmente utilizzando?
A parte la vecchia analogica Minolta FX300, ho iniziato con una Panasonic DMC5 (che mi porto spesso dietro per praticità) per passare poi ad una Nikon D90 di cui sono molto soddisfatto. Ho molti obiettivi Nikkor (che ritengo più importanti della macchina) che vanno dal 35 f1.8 al 180 f2.8 tra quelli fissi, poi il classico 18-105 3.5-5.6 VRI di dotazione alla macchina, il 70-300 4.5-5.6 VRI (che reputo un’ottima ottica) e gli ultimi acquisti il Tokina 11-16 f2.8 ed il Nikkor 70-200 f2.8 VRII.

Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
In realtà non ho uno scatto al quale sia particolarmente legato in quanto, per carattere, vivo nell’immediato l’emozione legata a quello scatto, ma subito dopo sono già oltre. Rivedendo i miei lavori di tanto in tanto pur apprezzandoli sono convinto che oggi farei uno scatto diverso, né più bello né più brutto, ma di certo differente. E’ ciò che mi affascina della fotografia ed in genere della vita: non c’è mai un punto di arrivo ma semplicemente un transito nel vivere la vita assaporando il "qui ed ora", evitando di rimanete invischiati da qualcosa di passato da mostrare come una medaglia o da nascondere come un insuccesso.
Volendo comunque fare una specie di graduatoria, questi sono due scatti a cui sono legato, oltre a quello citato più sotto, Fred Anderson perché è stato il primo servizio che ho fatto per conto di Musica Jazz, il secondo perché è mia figlia durante uno spettacolo di qualche anno fa.



Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Nell’immediato sto seguendo la realizzazione di una mostra che accompagnerà la presentazione di un video girato dalla scuola di danza di mia figlia: un lavoro che è stato molto impegnativo in termini di tempo ma che ha reso altrettanta soddisfazione. Sto seguendo inoltre la realizzazione di un calendario relativo al mondo del jazz. Ho in progetto un lavoro per una band musicale legato all’uscita del loro primo disco e poi, in tempi un po’ più lunghi, un lavoro legato al territorio in cui vivo ed uno al mondo della danza, che amo in particolar modo e nel quale mi vorrei specializzare. Collaboro inoltre con un fotografo professionista di Milano che opera nel campo della moda, e con lui mi occupo, in qualità di assistente, del back stage fotografico durante la creazione di cataloghi moda o di video musicali per cui ogni tanto ci sono trasferte molto interessanti, qualche volta anche all’estero.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho partecipato alle edizioni passate della mostra collettiva di Lucca "Scatti nel web" organizzata dal circolo fotografico MicroMosso ed alla mostra collettiva organizzata dal Circolo Fotografico Spezzino tenutasi quest’estate in un comune della mia provincia. Per ora non ho mai fatto una mostra personale. Nel futuro chissà...

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle mie foto su libri o riviste?
Non ho mai partecipato a concorsi fotografici che non siano stati quelli denominati "contest" ed organizzati dal sito Micromosso sul quale posto alcune mie fotografie e che considero un po’ il mio tutore fotografico. Alcuni miei scatti invece sono stati pubblicati dal mensile Musica Jazz con il quale collaboro per la mia zona e dalla rivista InGenova – Liguria Magazine.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Direi abbastanza ma non tutto quello che ho a disposizione in quanto non voglio che la fotografia, per quanto piacevole, soffochi altri miei interessi come ad esempio la musica e la lettura.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Non ho episodi curiosi o simpatici da raccontare, ma uno particolare si, e riguarda in un certo qual modo l’inizio di questa mia esperienza di fotoamatore "digitale". Ero in provincia di Parma con la mia famiglia in una bella giornata di sole, e nel tornare alla macchina vedo un bellissimo tramonto. Non avendo nulla di meglio scatto una fotografia con il cellulare. Qualche giorno dopo scarico la foto sul pc e quando vado a vederla noto una cosa che sul display del telefono mi era sfuggita: sopra al sole che sta tramontando c’è in bella evidenza un occhio luminoso, o quantomeno un’immagine dell’iconografia classica del genere religioso. La cosa mi colpì e la associai ad una specie di "invito" ad osservare oltre il visibile.


Questa foto è stata la mia prima foto postata su MicroMosso ed essendo stata fatta con un telefonino qualcuno del sito rabbrividì...

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Come ho detto più sopra, evito di legarmi particolarmente agli scatti che ho fatto, e proprio per questo non capita spesso che vada a guardarli: sono più preso per quello che farò che per ciò che ho già fatto, e questo non tanto in termini di risultato ma di ricerca.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Su MicroMosso e su Flickr.

Un pensiero per chi si avvicina al mondo della fotografia.
Il fascino della fotografia sta a mio avviso nelle infinite possibilità che si hanno con l’unico limite della propria fantasia e della propria attrezzatura tecnica, dando per scontato di saperla usare al meglio. Sbaglia chi pensa che solo viaggiando molto od assistendo ad eventi straordinari si possano fare scatti degni di nota: la bellezza sta nella capacità di saperla riconoscere. Evitare di farsi condizionare dai giudizi altrui se si è convinti del proprio percorso: ascoltare, valutare e poi gettare quel che non interessa facendo tesoro di ciò che si ritiene interessante, con l’umiltà di chi è capace di ascoltare e l’intelligenza di chi sa distinguere. Diffidare da chi fa affermazioni del tipo "è più fotografia quella analogica di quella digitale" oppure domande sul fatto che la fotografia sia o no una forma d’arte: ritengo che siano domande od affermazioni utili solo a chi le pone, perché evidentemente ha necessità di porre delle barriere o dei limiti per preservarsi sul proprio piedistallo autoreferenziale.








Fotografie: © Stefano Landi

Vuoi concludere con un saluto od un ringraziamento?
Ringrazio innanzitutto la mia famiglia per "sopportarmi e supportarmi" nelle mie tante passioni che sottraggono sempre parte del mio tempo libero e tutti coloro che in un modo o nell’altro mi sono vicini in questa splendida passione, gli amici del circolo MicroMosso da cui ho imparato moltissimo e Libero che mi ha dato l'opportunità per questa intervista.
Ciao a tutti!

Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

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