Francesco Barbera: chi è?
Ho 42 anni, nato e vissuto alle falde dell’Etna, sposato con Josè e ho due bellissimi bimbi di 10 e 4 anni. Sono un farmacista, e il mio lavoro è indirettamente legato alla mia passione per la fotografia, nel senso che essendo un lavoro ripetitivo e poco creativo che mi costringe in un ambiente chiuso per 8 ore giornaliere mi ha spinto da sempre a cercare una via di fuga intellettuale, uno sfogo alla mia parte creativa, obiettivo raggiunto accostandomi alla fotografia. Caratterialmente sono un introverso, tendenzialmente preferisco "ascoltare" che parlare, così affido alle mie immagini molti dei messaggi che vorrei portare all’esterno... mi sembra un modo efficace di farsi sentire, dando a chi ti osserva tutto il tempo di capirti senza la fretta e l’inganno delle parole.
Quando hai iniziato a fotografare?
La mia prima reflex, una Pentax MX, la scelsi come regalo di cresima nel 1981, a 13 anni. Scelsi subito la diapositiva come pellicola per imparare di più il controllo della luce senza avere l’alibi di stampatori incapaci e carte scadenti... capii subito che il cestino dell’immondizia doveva riempirsi degli scarti, senza possibilità di salvezza alcuna, ma ero contento quando tiravo fuori da centinaia di scatti anche solo un'immagine... quell’immagine ancora oggi ha una valenza.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
All’inizio i più esperti di me mi dicevano sempre... "vedrai... per ora fotografi tutto, poi col tempo sceglierai il tuo genere..." devo sinceramente confessarti che ancor oggi fotografo di tutto e mi piace farlo; poi, a sentire i giudizi altrui, dicono che nel Paesaggio ho fatto un buon lavoro, tema la campagna siciliana, ma in realtà penso di sapermi adattare a varie situazioni. Ultimamente Reportage e Glamour mi danno più riscontri.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, non ho fatto corsi specifici, ma ho frequentato dai 19 anni un'associazione di fotoamatori, l’ACAF di Catania, diventandone socio fondatore e segretario, rubando ai miei amici il loro "mestiere" con annessi trucchi, ma soprattutto avendo in loro i miei migliori compagni di "fughe creative". A loro devo molto, e anche oggi che organizziamo insieme un corso di base per principianti, dico sempre agli iscritti che il vero corso si fa negli anni, vedendo e ascoltando le esperienze e i lavori altrui. Non bastano venti lezioncine in due mesi per dichiararsi fotografi, né aprire una bella mattina una partita iva per dichiararsi fotografi professionisti... nessun attestato farà di te un’artista, quindi... sperimentare, avere la passione, costanza, curiosità, insomma trasformare il proprio "guardare" in "vedere" le cose che ti passano davanti.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Nel Paesaggio la mia musa ispiratrice è sempre stata Franco Fontana, mi piace la bidimensionalità e l’astrazione dei suoi paesaggi, ho umilmente cercato di imitarlo andando a caccia di grafismi e geometrie nel mio territorio. Nel Reportage ho finalmente realizzato il sogno di conoscere personalmente il mio preferito... lui... il mitico... grande... amico Ferdinando Scianna. Nel Glamour apprezzo molto l’eleganza di Roberto Rocchi col quale ho fatto diversi workshop.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Dopo gli inizi Pentax, sono passato a Nikon, prima con la F5 e la F100, e ora in digitale con D700 e D300, con un discreto parco ottiche per tutte le evenienze. Uso molto poco la luce artificiale o flash, solo quando strettamente necessario. Negli anni poi è sopraggiunta una passione parallela, cioè il montaggio di audiovisivi fotografici, prima con diapositive e ingombranti valigie di proiettori, centraline, caricatori, telaietti etc, ora con programmi digitali che molto hanno semplificato le cose (m. object e Pro Show). L’ACAF ha un archivio di circa 100 audiovisivi, tutti passati sotto le mie manine e la pazienza di mia moglie.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Questo, perché rappresenta un lavoro tra i tanti che stanno per scomparire, uno scatto che mi ha ripagato di una levataccia mattutina, in un giorno per me particolare in cui avevo una gran voglia di evadere dalla routine.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Devo dire che vivo alla giornata, colgo tutto ciò che mi capita; sarebbe bello per me organizzare una personale bel allestita in un posto accessibile e fruibile dalla gente comune, non dai soli "addetti ai lavori", ma proprio dal passante di turno che entra e si sofferma sulle fotografie: vorrei insomma un riscontro diretto e spontaneo su quello che sto facendo.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Si, tramite l’ACAF in 24 anni di attività tante sono state le occasioni di esporre in collettiva e tanti gli audiovisivi personali proiettati al pubblico, alcuni dei quali troverete anche sul sito www.acaf.it; a Catania devo dire che è presente un bel movimento fotoamatoriale e le manifestazioni sono sempre affollate.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Si, ogni tanto spolvero targhe e coppe di tutte le forme, a ricordo della partecipazione ai concorsi fotografici, un’attività che da un po’ ho trascurato, anche se ultimamente con sorpresa mi sono ritrovato a vincere il terzo posto nel contest italiano di National Geographic 2009 sez. natura, con una immagine realizzata in Namibia e pubblicata sulla prestigiosa rivista, e di conseguenza mi è rivenuta la voglia di confrontarmi dinnanzi a una giuria.
Ho 42 anni, nato e vissuto alle falde dell’Etna, sposato con Josè e ho due bellissimi bimbi di 10 e 4 anni. Sono un farmacista, e il mio lavoro è indirettamente legato alla mia passione per la fotografia, nel senso che essendo un lavoro ripetitivo e poco creativo che mi costringe in un ambiente chiuso per 8 ore giornaliere mi ha spinto da sempre a cercare una via di fuga intellettuale, uno sfogo alla mia parte creativa, obiettivo raggiunto accostandomi alla fotografia. Caratterialmente sono un introverso, tendenzialmente preferisco "ascoltare" che parlare, così affido alle mie immagini molti dei messaggi che vorrei portare all’esterno... mi sembra un modo efficace di farsi sentire, dando a chi ti osserva tutto il tempo di capirti senza la fretta e l’inganno delle parole.
Quando hai iniziato a fotografare?
La mia prima reflex, una Pentax MX, la scelsi come regalo di cresima nel 1981, a 13 anni. Scelsi subito la diapositiva come pellicola per imparare di più il controllo della luce senza avere l’alibi di stampatori incapaci e carte scadenti... capii subito che il cestino dell’immondizia doveva riempirsi degli scarti, senza possibilità di salvezza alcuna, ma ero contento quando tiravo fuori da centinaia di scatti anche solo un'immagine... quell’immagine ancora oggi ha una valenza.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
All’inizio i più esperti di me mi dicevano sempre... "vedrai... per ora fotografi tutto, poi col tempo sceglierai il tuo genere..." devo sinceramente confessarti che ancor oggi fotografo di tutto e mi piace farlo; poi, a sentire i giudizi altrui, dicono che nel Paesaggio ho fatto un buon lavoro, tema la campagna siciliana, ma in realtà penso di sapermi adattare a varie situazioni. Ultimamente Reportage e Glamour mi danno più riscontri.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, non ho fatto corsi specifici, ma ho frequentato dai 19 anni un'associazione di fotoamatori, l’ACAF di Catania, diventandone socio fondatore e segretario, rubando ai miei amici il loro "mestiere" con annessi trucchi, ma soprattutto avendo in loro i miei migliori compagni di "fughe creative". A loro devo molto, e anche oggi che organizziamo insieme un corso di base per principianti, dico sempre agli iscritti che il vero corso si fa negli anni, vedendo e ascoltando le esperienze e i lavori altrui. Non bastano venti lezioncine in due mesi per dichiararsi fotografi, né aprire una bella mattina una partita iva per dichiararsi fotografi professionisti... nessun attestato farà di te un’artista, quindi... sperimentare, avere la passione, costanza, curiosità, insomma trasformare il proprio "guardare" in "vedere" le cose che ti passano davanti.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Nel Paesaggio la mia musa ispiratrice è sempre stata Franco Fontana, mi piace la bidimensionalità e l’astrazione dei suoi paesaggi, ho umilmente cercato di imitarlo andando a caccia di grafismi e geometrie nel mio territorio. Nel Reportage ho finalmente realizzato il sogno di conoscere personalmente il mio preferito... lui... il mitico... grande... amico Ferdinando Scianna. Nel Glamour apprezzo molto l’eleganza di Roberto Rocchi col quale ho fatto diversi workshop.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Dopo gli inizi Pentax, sono passato a Nikon, prima con la F5 e la F100, e ora in digitale con D700 e D300, con un discreto parco ottiche per tutte le evenienze. Uso molto poco la luce artificiale o flash, solo quando strettamente necessario. Negli anni poi è sopraggiunta una passione parallela, cioè il montaggio di audiovisivi fotografici, prima con diapositive e ingombranti valigie di proiettori, centraline, caricatori, telaietti etc, ora con programmi digitali che molto hanno semplificato le cose (m. object e Pro Show). L’ACAF ha un archivio di circa 100 audiovisivi, tutti passati sotto le mie manine e la pazienza di mia moglie.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Questo, perché rappresenta un lavoro tra i tanti che stanno per scomparire, uno scatto che mi ha ripagato di una levataccia mattutina, in un giorno per me particolare in cui avevo una gran voglia di evadere dalla routine.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Devo dire che vivo alla giornata, colgo tutto ciò che mi capita; sarebbe bello per me organizzare una personale bel allestita in un posto accessibile e fruibile dalla gente comune, non dai soli "addetti ai lavori", ma proprio dal passante di turno che entra e si sofferma sulle fotografie: vorrei insomma un riscontro diretto e spontaneo su quello che sto facendo.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Si, tramite l’ACAF in 24 anni di attività tante sono state le occasioni di esporre in collettiva e tanti gli audiovisivi personali proiettati al pubblico, alcuni dei quali troverete anche sul sito www.acaf.it; a Catania devo dire che è presente un bel movimento fotoamatoriale e le manifestazioni sono sempre affollate.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Si, ogni tanto spolvero targhe e coppe di tutte le forme, a ricordo della partecipazione ai concorsi fotografici, un’attività che da un po’ ho trascurato, anche se ultimamente con sorpresa mi sono ritrovato a vincere il terzo posto nel contest italiano di National Geographic 2009 sez. natura, con una immagine realizzata in Namibia e pubblicata sulla prestigiosa rivista, e di conseguenza mi è rivenuta la voglia di confrontarmi dinnanzi a una giuria.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Faccio rispondere a mia moglie se proprio è necessario...
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
In questo momento non mi sovviene nulla, anche se sono sicuro ci siano episodi particolarmente simpatici, ma posso dire e raccontare che una macchina fotografica al collo tante volte mi ha permesso di superare barriere e vincoli per la gente comune, infilandomi in situazioni ed avvenimenti unici ed inaccessibili, sia lieti che tragici... come fosse un chiavistello magico capace di aprire ogni serratura.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso sempre a quando le vedranno i miei discendenti, cosa coglieranno di me e del tempo che ho vissuto, in cosa li potranno aiutare a capire del passato, ammesso che si conservino e non scompaiano per incanto nel corto circuito di qualche hard disk.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente sul sito dell’ACAF e su MicroMosso, non ho un sito personale che è ancora in una fase di "eterna" progettazione.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Con l’avvento del digitale sono sempre di più e sempre più donne... la mia riflessione riguarda non tanto il far fotografia, ma la lettura della fotografia... nei forum assisto troppo spesso o ad un uso stile emoticon dei commenti, troppo stringati, legati ad emozioni da impatto visivo, senza voler fare uno sforzo di introspezione e cercare di spiegare a parole il perché ci piaccia una foto, oppure a sterilissime diatribe su "pixellini bruciati" prelevati da finissimi contagocce e discussioni su chi è più bravo a photoshoppare quel file... dimenticando che dietro quella foto ci sta la scelta di una mente umana, che in quel momento ha deciso di comunicarci qualcosa, che aspetta un feedback al suo messaggio, che ci vuole coinvolgere in qualcosa. La tecnica si... ma prima l’occhio, la mente, il cuore (rubo a HCB).
Fotografie: © Francesco Barbera
Faccio rispondere a mia moglie se proprio è necessario...
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
In questo momento non mi sovviene nulla, anche se sono sicuro ci siano episodi particolarmente simpatici, ma posso dire e raccontare che una macchina fotografica al collo tante volte mi ha permesso di superare barriere e vincoli per la gente comune, infilandomi in situazioni ed avvenimenti unici ed inaccessibili, sia lieti che tragici... come fosse un chiavistello magico capace di aprire ogni serratura.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso sempre a quando le vedranno i miei discendenti, cosa coglieranno di me e del tempo che ho vissuto, in cosa li potranno aiutare a capire del passato, ammesso che si conservino e non scompaiano per incanto nel corto circuito di qualche hard disk.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente sul sito dell’ACAF e su MicroMosso, non ho un sito personale che è ancora in una fase di "eterna" progettazione.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Con l’avvento del digitale sono sempre di più e sempre più donne... la mia riflessione riguarda non tanto il far fotografia, ma la lettura della fotografia... nei forum assisto troppo spesso o ad un uso stile emoticon dei commenti, troppo stringati, legati ad emozioni da impatto visivo, senza voler fare uno sforzo di introspezione e cercare di spiegare a parole il perché ci piaccia una foto, oppure a sterilissime diatribe su "pixellini bruciati" prelevati da finissimi contagocce e discussioni su chi è più bravo a photoshoppare quel file... dimenticando che dietro quella foto ci sta la scelta di una mente umana, che in quel momento ha deciso di comunicarci qualcosa, che aspetta un feedback al suo messaggio, che ci vuole coinvolgere in qualcosa. La tecnica si... ma prima l’occhio, la mente, il cuore (rubo a HCB).
Fotografie: © Francesco Barbera
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Sicuramente un grazie alla comunità ACAF, in particolare a Cosimo Di Guardo, Salvo Canuti e Sergio Fichera, i miei tre fratelli maggiori che mi hanno protetto durante la mia crescita... e poi un grazie a colei che sopporta le mie lunghe presenze-assenze in casa, mia moglie... e grazie a voi per avermi dedicato qualche minuto della vostra attenzione.
Sicuramente un grazie alla comunità ACAF, in particolare a Cosimo Di Guardo, Salvo Canuti e Sergio Fichera, i miei tre fratelli maggiori che mi hanno protetto durante la mia crescita... e poi un grazie a colei che sopporta le mie lunghe presenze-assenze in casa, mia moglie... e grazie a voi per avermi dedicato qualche minuto della vostra attenzione.
Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay
Nessun commento:
Posta un commento