Giovanni Iannaccio: chi è?
Credo che "fotoamatore dilettante" sia la definizione che mi si addica di più. Nella vita insegno inglese in un liceo.
Quando hai iniziato a fotografare?
A dire la verità mi son sempre trastullato con una serie di macchinette fotografiche, usa e getta e altri modelli, come ad esempio una Kodak ultrapiatta che mi avevano regalato i miei parenti in Canada ma che non ha avuto fortuna in Italia, per cui diciamo che fotografo da sempre. Se parliamo di consapevolezza, però, allora diciamo che ho iniziato con le fotocamere digitali: dapprima le compattine, vari modelli, e poi con quella che da qualche anno mi accompagna nelle mie avventure.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
I generi che preferisco sono: paesaggio, natura (con tralicci e pali!) e street. Il ritratto resta invece un territorio ancora quasi per nulla esplorato.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, niente di sistematico. Ho ancora grosse lacune nelle competenze di base e quel poco che so lo devo interamente agli amici ed alle community fotografiche che frequento su Internet.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Pur non avendo una preparazione così ampia, citerei Gianni Berengo Gardin, Henry Cartier-Bresson, Michael Kenna e Steve McCurry.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Oltre alle compattine di cui parlavo prima, ora utilizzo una CANON EOS 350D e come obiettivo l’EFS 17-85mm stabilizzato.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
A questa foto sono molto legato perché è stata forse tra le prime che io abbia voluto davvero così come poi è uscita, quella forse più consapevole: l’ho scattata direttamente in bianco e nero dalla fotocamera utilizzando un filtro arancio. Inoltre è stata la prima che io abbia mai esposto in pubblico: grazie all’iniziativa degli amici e amministratori del sito MicroMosso, questa foto è stata esposta a Lucca nel 2007 in una rassegna dal titolo "30 scatti dal web".
A questa sono invece legato perché stata la prima di un genere che io non frequento molto (quello degli eventi dal vivo) ma che ora è esposta al Museo Nazionale di Fotografia di Brescia, dopo essere stata esposta nel 2008 alla mostra allestita da MicroMosso all’interno della rassegna di Lucca Digital Photo Festival. Per uno come me è una soddisfazione enorme. Devo ancora una volta ringraziare gli amici che, in quella occasione, sono stati prodighi di consigli e di sostegno per fare sì che la foto fosse di buona qualità.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Di sicuro continuare a frequentare persone squisite dal punto di vista umano ed anche di sicure competenze per aiutarmi a coltivare un hobby che, col passare del tempo, riveste per me un’importanza sempre maggiore. Per il futuro, certamente, un bel corso di fotografia per colmare tutte le lacune che ho ancora, soprattutto nel campo della pura tecnica fotografica e delle conoscenze di base.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Oltre alle rassegne di cui ho parlato prima, anche nel 2009 una mia foto è stata presente all’interno della mostra di MicroMosso. Inoltre, sempre lo scorso anno, ho "osato" allestire una piccola mostra personale intitolata "Con infinita eleganza", dal 23 al 26 aprile, in una Sala Parrocchiale di Romano di Lombardia (BG), paese dove svolgo la mia professione.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nel mio molto piccolo devo ammettere anche di avere ottenuto un riconoscimento in un contest sull’inverno, sempre promosso da MicroMosso, con il patrocinio della rivista per gli amanti della montagna www.viverelamontagna.ch diretta dall’amico e fotografo Luca Bettosini, da me chiamato "lo svizzeraccio".
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Meno di quello che vorrei. Ultimamente non fotografo con molta frequenza e regolarità. Diciamo che, però, un’uscita al mese me la concedo sicuramente.
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Diciamo che non ci sono episodi specifici. I momenti più emozionanti sono stati quelli in cui ho conosciuto di persona quelli che ancora oggi considero tra i migliori amici che ho.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Non torno molto spesso a rivederli, però ogni volta noto qualcosa che non avevo ancora notato fino ad allora e sento anche una certa nostalgia, devo confessarlo... sento come se fosse passata un’infinità di tempo e invece son solo pochissimi anni.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Oltre che su MicroMosso, pubblico foto anche su FotoArts e Usefilm.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non mi sento in grado di dare consigli però posso dire di non stancarsi mai di cercare un significato personale a tutto ciò che si fotografa.
Fotografie: © Giovanni Iannaccio
Credo che "fotoamatore dilettante" sia la definizione che mi si addica di più. Nella vita insegno inglese in un liceo.
Quando hai iniziato a fotografare?
A dire la verità mi son sempre trastullato con una serie di macchinette fotografiche, usa e getta e altri modelli, come ad esempio una Kodak ultrapiatta che mi avevano regalato i miei parenti in Canada ma che non ha avuto fortuna in Italia, per cui diciamo che fotografo da sempre. Se parliamo di consapevolezza, però, allora diciamo che ho iniziato con le fotocamere digitali: dapprima le compattine, vari modelli, e poi con quella che da qualche anno mi accompagna nelle mie avventure.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
I generi che preferisco sono: paesaggio, natura (con tralicci e pali!) e street. Il ritratto resta invece un territorio ancora quasi per nulla esplorato.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, niente di sistematico. Ho ancora grosse lacune nelle competenze di base e quel poco che so lo devo interamente agli amici ed alle community fotografiche che frequento su Internet.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Pur non avendo una preparazione così ampia, citerei Gianni Berengo Gardin, Henry Cartier-Bresson, Michael Kenna e Steve McCurry.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Oltre alle compattine di cui parlavo prima, ora utilizzo una CANON EOS 350D e come obiettivo l’EFS 17-85mm stabilizzato.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
A questa foto sono molto legato perché è stata forse tra le prime che io abbia voluto davvero così come poi è uscita, quella forse più consapevole: l’ho scattata direttamente in bianco e nero dalla fotocamera utilizzando un filtro arancio. Inoltre è stata la prima che io abbia mai esposto in pubblico: grazie all’iniziativa degli amici e amministratori del sito MicroMosso, questa foto è stata esposta a Lucca nel 2007 in una rassegna dal titolo "30 scatti dal web".
A questa sono invece legato perché stata la prima di un genere che io non frequento molto (quello degli eventi dal vivo) ma che ora è esposta al Museo Nazionale di Fotografia di Brescia, dopo essere stata esposta nel 2008 alla mostra allestita da MicroMosso all’interno della rassegna di Lucca Digital Photo Festival. Per uno come me è una soddisfazione enorme. Devo ancora una volta ringraziare gli amici che, in quella occasione, sono stati prodighi di consigli e di sostegno per fare sì che la foto fosse di buona qualità.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Di sicuro continuare a frequentare persone squisite dal punto di vista umano ed anche di sicure competenze per aiutarmi a coltivare un hobby che, col passare del tempo, riveste per me un’importanza sempre maggiore. Per il futuro, certamente, un bel corso di fotografia per colmare tutte le lacune che ho ancora, soprattutto nel campo della pura tecnica fotografica e delle conoscenze di base.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Oltre alle rassegne di cui ho parlato prima, anche nel 2009 una mia foto è stata presente all’interno della mostra di MicroMosso. Inoltre, sempre lo scorso anno, ho "osato" allestire una piccola mostra personale intitolata "Con infinita eleganza", dal 23 al 26 aprile, in una Sala Parrocchiale di Romano di Lombardia (BG), paese dove svolgo la mia professione.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nel mio molto piccolo devo ammettere anche di avere ottenuto un riconoscimento in un contest sull’inverno, sempre promosso da MicroMosso, con il patrocinio della rivista per gli amanti della montagna www.viverelamontagna.ch diretta dall’amico e fotografo Luca Bettosini, da me chiamato "lo svizzeraccio".
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Meno di quello che vorrei. Ultimamente non fotografo con molta frequenza e regolarità. Diciamo che, però, un’uscita al mese me la concedo sicuramente.
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Diciamo che non ci sono episodi specifici. I momenti più emozionanti sono stati quelli in cui ho conosciuto di persona quelli che ancora oggi considero tra i migliori amici che ho.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Non torno molto spesso a rivederli, però ogni volta noto qualcosa che non avevo ancora notato fino ad allora e sento anche una certa nostalgia, devo confessarlo... sento come se fosse passata un’infinità di tempo e invece son solo pochissimi anni.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Oltre che su MicroMosso, pubblico foto anche su FotoArts e Usefilm.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non mi sento in grado di dare consigli però posso dire di non stancarsi mai di cercare un significato personale a tutto ciò che si fotografa.
Fotografie: © Giovanni Iannaccio
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Certamente i miei saluti vanno a te, Libero, che mi hai fatto il grande onore di contattarmi per un’intervista che mai avrei immaginato di dare sulla fotografia. Inoltre ringrazio gli amici di MicroMosso e in particolare Antonio Perrone, Giovanni Guido Marchi, Alberto Gianfranco Baccelli, Furio Nuti e Fiorella Lamnidis e, dulcis in fundo, Riccardo Corsini. Ovviamente saluto con affetto anche i miei familiari e gli amici che mi sopportano.
Certamente i miei saluti vanno a te, Libero, che mi hai fatto il grande onore di contattarmi per un’intervista che mai avrei immaginato di dare sulla fotografia. Inoltre ringrazio gli amici di MicroMosso e in particolare Antonio Perrone, Giovanni Guido Marchi, Alberto Gianfranco Baccelli, Furio Nuti e Fiorella Lamnidis e, dulcis in fundo, Riccardo Corsini. Ovviamente saluto con affetto anche i miei familiari e gli amici che mi sopportano.
Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay
bello questo tuo intervento senza fronzoli, sincero. Bella quella foto del muro con un clone di Beckett. Approfitto per salutarti.
RispondiEliminaCiao.
enrico (ventrix)
Pienamente d'accordo con Enrico!
RispondiEliminaIl poco tempo mi ha fatto frequentare "zero" Usefilm e questa e' stata l'occasione per poter ammirare i tuoi lavori e rivedere il sentimento che trasmetti con le foto.
Un abbraccio!
Dire che son lusingato è poco...sono commosso...in un periodo non troppo felice queste piccole-grandi esperienze aiutano non poco...grazie a tutti.
RispondiEliminaGio
complimenti davvero, per le foto (non sapevo fossi così bravo!) e per i riconoscimenti!
RispondiEliminaeleonora
Non per niente è il mio fratellone! :)
RispondiEliminabravo Gio, da neofita della foto ma amante dei viaggi, mi piace soprattutto quella "russa" col riflesso nella pozzanghera. OCHEN HOROSHO :))
Oliviero Toscani trema! ;)
Ciao Prof e complimentoni! :)
RispondiEliminaGiuliano
Ciao Maestro...grazie epr il tuo passaggio :-)
RispondiEliminaComplimenti! Mi piacciono soprattutto le immagini che contengono due punti di focalizzazione per quel sottile sforzo che facciamo per vederli come una immagine unica, o cercando a distinguere l'immagine nell'immagine dall'immagine: marciapiede e riflesso del pozzangera è un esempio (che ricorda immagini affascinanti di Escher) e anche l'immagine riflessa nello specchio e l'immagine diretta attorno allo specchio; murales a casa-supporto; réclame-figura vestito nello stesso modo. Ma anche le foto con uno sfondo lontano e qualcosa che succede da vicino (guardrail-campanile-montagne; custode-corridoio; regia-piazza-ragazze che giocano a fare foto. Divertono per il loro aspetto di 'puzzle' da risolvere - e che rimane irrisolto. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie Richard...
RispondiEliminaThanks for your detailed and careful cooment. I do appreciate it...
See you
UN GIOVANNI SEMPLICE E SINCERO...
RispondiEliminaCOME TRASPARE DALLE TUE FOTOGRAFIE...
UN OSSERVATORE DISTANTE MA ATTENTO
...DESCRIVE LA SCENA DELLA SOLITUNE PREFERENDO "LOGOS" DAL "PHATHOS", MAI INCISIVO, UNA SORTA DI CONSAPEVOLE ACCETTAZIONE DELLE COSE DELLA VITA, DI UN UN INTIMA APPARTENENZA TRA LE COSE OSSERVATE ED I LORO SPAZI.
:D XXXK
belle le foto
RispondiEliminaciao gio! Le tue foto sono troppo belle. Ne hai delle altre?
RispondiEliminaGiovanni sei il mio idolo!
RispondiEliminaFoto molto banali e anche copiate!
RispondiElimina