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Informo che la pubblicazione di nuove interviste è al momento sospesa a causa del poco tempo a disposizione per seguire il blog come meriterebbe, mi dispiace...
Invito comunque gli utenti a navigare sulle pagine alla ricerca di interessanti interviste, ad esempio questa (postuma) a Mario Giacomelli.

Mi scuso per l'inconveniente con gli affezionati lettori e (spero) a presto!
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martedì 20 novembre 2012

Fotografi nel web #174: Libero Musetti



Libero Musetti: chi è? 
[nella foto: Libero Musetti ritratto da F.Maffei]
Sono nato a Offenbach am Main, in Germania, il 22 gennaio 1963 e, nella vita, lavoro come Sommelier in un noto ristorante di Forte dei Marmi. Mi sono avvicinato alla fotografia nel 1989 ed ho avuto la fortuna di avere per Maestro il grande Paolo Pellegrineschi, dal quale ho appreso la tecnica fotografica, assimilandone la profondità di pensiero. Nel 1994 ho fondato il Circolo Fotografico “L’Altissimo” del quale sono stato Presidente dal 2002 al 2012 ed è sotto la mia guida che riceve dalla FIAF il prestigioso riconoscimento di Benemerito della Fotografia Italiana. Sono stato l’ideatore ed il direttore artistico, per nove anni, della manifestazione “Seravezza Fotografia”, che è diventata, nel tempo, una delle principali rassegne fotografiche nazionali, portandovi ad esporre i più grandi nomi della fotografia mondiale quali Walter Rosenblum, Gianni Berengo Gardin, Erwin Olaf, Joel Peter Witkin, James Nachtwey e Roger Ballen. Lasciata la direzione di Seravezza Fotografia, nel 2011 ho dato vita al primo “Riomagno Foto Festival”, giunto, nel 2012, alla seconda edizione e che si appresta a diventare un appuntamento fisso nell’estate versiliese e per la fotografia italiana. Sono socio della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e della Fédération Internationale de l’Art Photographique. Quest’anno, nel 2012, sono stato insignito dalla FIAF dell’onorificenza di Benemerito della Fotografia Italiana, in segno di stima per il pluriennale impegno a favore della fotografia.

Quando hai iniziato a fotografare?
La mia prima vera fotografia nasce nel 1989 ed è stata scattata nelle vicinanze di casa. Rimasi colpito da una statua in marmo bianco raffigurante la Madonna, legata per il collo con una fune di ancoraggio ad un automezzo e destinata al cimitero di Seravezza. Come una sorta di dialogo, vi erano, per sfondo, il muro di una modesta abitazione con una stesa di panni ad asciugare sotto ad una finestra. Vidi un muro degradato e martoriato, come un Cristo, col volto della Madonna sofferente in primo piano a proteggerlo. E scattai. Proprio questa immagine fu la prima fotografia ad essere ammessa ad un concorso nazionale.

 
Quale genere ti piace maggiormente fotografare? 
Per natura sono un tipo che si fa poco i fatti propri, nell’accezione positiva del termine: sono curioso e, come mi è stato insegnato, la curiosità è una delle condizioni più importanti per la crescita di ogni fotografo. Amo fotografare di tutto, tutto quello che per me possa avere un senso. Anche la cosa più banale, se ben rappresentata attraverso il filtro del proprio vissuto e delle proprie sensazioni, può regalare un’immagine dalle forti emozioni.


Più di ogni cosa, però, amo fotografare l’uomo, in tutti i suoi aspetti. Nascono, così, i miei ritratti e le figure ambientate. Con ogni personaggio da me rappresentato si è sempre creata una sorta di complicità, in un sottile gioco di dare-avere interiore. Solo comprendendo l’animo umano si può amare tutto quanto lo circondi, la natura ed il Creatore.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Al terzo anno delle superiori avevo un professore di fisica, Renzo Belli, che tenne, per noi studenti, un breve corso di fotografia e che suscitò in me un certo interesse, rimasto sopito fino al 1988 quando, rincontrandolo, mi invitò a partecipare alle riunioni del fotoclub Viareggio, al quale apparteneva. E’ stata la partecipazione a quegli incontri che mi ha formato fino a che, poi, completamente rapito da questa Arte che volevo assolutamente approfondire, sotto suggerimento di un amico, mi sono rivolto a Paolo Pellegrineschi. Frequentai privatamente il suo corso, uscendo spesso a fotografare insieme. Paolo Pellegrineschi, classe 1922, è stato uno dei fotoamatori più importanti e creativi che la storia della fotografia italiana abbia mai avuto. La frequentazione di questo personaggio, collaboratore delle riviste Ferrania, Popular Photography, Tutti Fotografi ed altre ancora, mi ha permesso la totale assimilazione di quei dettami morali che hanno fatto del Pellegrineschi un guerriero di se stesso. Mi riferisco al concetto di “tuta protettiva”, all’essere “te stesso”, allo “sparare a zero” come unica e vera possibilità di esprimersi. 

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Il mio è un legame intenso e viscerale con tutto ciò che riguarda la fotografia. Dopo numerose letture di volumi riguardanti la storia della fotografia, i personaggi che mi hanno colpito in maniera più profonda sono David Octavius Hill, Gaspard-Félix Tournachon e Richard Avedon, maestri del genere che prediligo, i ritratti, Alfred StieglitzEdward Steichen Paul Strand, per la fotografia americana. La Francia… chi non conosce ed apprezza i lavori di Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e Willy Ronis?Per quello che riguarda la fotografia italiana sono molto legato ai fotografi del neorealismo, da Pietro Donzelli ad Alfredo Camisa per arrivare a Mario Giacomelli, straordinario!



Mi hanno appassionato, e continuano anche adesso, le scuole di pensiero di Cavalli e Monti, dei famosi anni de “La Bussola” e “La Gondola”.Il mio cuore batte anche per Ferdinando Scianna, straordinario interprete della fotografia italiana. Chiudo invitando i lettori ad entrare senza timore nell’incredibile mondo di Joel Peter Witkin, autore che da anni metto al primo posto nella mia graduatoria degli artisti di tutte le arti visive.


[Libero Musetti con Joel Peter Witkin]

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre utilizzato apparecchiature “entry level”, così si usa dire ai tempi di oggi! Odio i feticisti dell’apparecchio fotografico che ogni giorno lucidano l’obiettivo della preziosa “ammiraglia”. Non occorrono macchine fotografiche complesse, ricche di sofisticate ma inutili funzioni, per produrre buone immagini se manca la preparazione “tecnico-grammaticale” del fotografo. 

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Come uomo, mi ritengo una brava “mamma”. Le mie fotografie, come una sorta di figli e figlie, sono tutte belle e preziose, per me, ma anche una brava madre, inconsciamente, ha il proprio figlio prediletto: nel mio caso, la fotografia di ritratto.


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Dopo le fatiche di Seravezza Fotografia, che per ben nove anni ha assorbito molte energie, e dopo il non meno impegnativo e gratificante Riomagno Foto Festival, è necessario un momento di pausa e riflessione. Non nascondo l’interesse di esplorare fotograficamente lo straordinario e tormentato mondo del carcere e degli ospizi, ambienti pieni di vita e di sofferenza, di gioie passate e dolori, specchi di una società alla deriva. 

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive? 
Sì. Numerosi sono i concorsi, le mostre personali e quelle collettive alla quali ho partecipato, anche all’estero. Ma la soddisfazione più grande è stata la fotografia di due gatti, raffigurati come “Dei egizi” sul davanzale di una finestra, esposta nella sala d’aspetto di uno studio veterinario, che è stata rubata da chi, probabilmente, l’ha voluta in bella  mostra a casa propria.Tutto sommato “ogni scarafone è bello a mamma soja”… 

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste? 
Raramente partecipo a concorsi fotografici. Ho ottenuto qualche riconoscimento anche importante, ho avuto foto pubblicate su riviste specializzate come Reflex, Tutti Fotografi, Foto Cult, Fotoit ed altre ancora. Ho realizzato diversi libri, alcuni di grandi autori di mostre da me organizzate, quali Nactwey e Ballen, e cinque composti da mie fotografie: “la Madonna del Soccorso”, “Il palio dei Micci”, “Fiumi della Versilia”, “Otto mesi Versilia” e l’ultima fatica “Libero Musetti fotografie”. 

Quanto tempo dedichi alla fotografia? 
Non tanto quanto vorrei. Anche se non passa giorno che non rivolga, anche solo per un minuto, il pensiero a scrivere con la luce. 

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza. 
Diversi sono stati i momenti che meriterebbero di essere citati. Quello che più mi è rimasto impresso è accaduto nel 1992, anno nel quale, dopo aver visto le foto di un amico, mi recai all’Isola Santa, un antico borgo della Garfagnana, alla ricerca del volto di una donna ultraottantenne, tale Vincenza, per gli amici “Vincenzina”. Era gennaio e faceva freddo. Arrivai con la macchina sul luogo e scesi le scale in pietra che conducevano al paese sul lago. Incontrai un personaggio che assomigliava vagamente a Tolstoj (col quale, fra l’altro, feci amicizia e che andai a trovare una volta l’anno ricevendo sempre in dono un sacchetto di noci del suo albero), al quale domandai dove potessi trovare la “Vincenzina”. Mi rispose: -“Senti questi campanacci? Là è la Vincenza con le sue capre”. Percorrendo il sentiero di ciottoli sconnessi, sfortunatamente caddi su di un escremento animale ma, deciso nel mio intento, proseguii il mio tragitto fino ad incontrare la donna. Mi presentati e le chiesi di farsi fotografare perché molto interessato al suo bellissimo volto. Mentre parlavamo e lei mi raccontava della sua grama vita, accadde un qualcosa di divertente: la Bianchina, la capra più anziana, sentendo l’odore che avevo addosso dopo la “caduta” di pochi minuti prima, iniziò a strusciarsi a me come un gatto quando fa le fusa. Ero vestito con jeans ed una maglia di lana verde. Non sto a dirvi quanti peli di capra si infilarono nelle trama del tessuto dell’indumento e che, probabilmente, un montone, al mio confronto, sarebbe stato profumato come un “fiorellino”. Scattai un intero rullino Ilford HP5, la pellicola che ho sempre adoperato, fedele compagna della mia tank. Ringraziandola per la disponibilità e l’accoglienza, ritornai alla mia auto decidendo di salirvi solo con gli slip e la maglietta intima, riponendo gli abiti nel portabagagli perché sporchi e maleodoranti. Accendendo il riscaldamento al massimo, tornai a casa accolto da una sonora risata. Un’esperienza indimenticabile che rimarrà indelebile nella mia mente. Quest’anno, ad agosto, sono andato a rendere omaggio alla tomba di questa donna meravigliosa che, all’epoca, campava con dodicimila lire di pensione.


  
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Che il tempo che ho impiegato è stato ben speso. Ogni immagine fa parte della mia vita e come tale è preziosa. Ogni personaggio che ho fotografato mi ha arricchito interiormente e ne ho un ricordo indelebile. 

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto? 
Non sono un mercenario del Web, frequento “MicroMosso”, che ritengo uno straordinario luogo ludico, dove caricare fotografie e fare qualche battuta con amici anche sconosciuti.Sto lavorando alla realizzazione del mio sito personale che da gennaio 2013 sarà online:

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Indirizzare un neo-fotografo sulla strada giusta è sempre un compito arduo. Chiunque abbia appena acquistato il suo primo apparecchio fotografico ha già la testa stracolma dei consigli dispensati gratuitamente dal negoziante e dall’amico esperto… spesso inutili! Per quanto banale, il primo suggerimento che mi sento di dare è quello di leggere attentamente il libretto di istruzioni della macchina fotografica appena comprata! Vorrei, però, soprattutto, dare risalto a quello che il Maestro Paolo Pellegrineschi ha sempre cercato di trasmettere (e nel mio caso c’è completamente riuscito): il concetto di “tuta protettiva”, di “essere se stessi” e di “sparare a zero”. Tre consigli che partono dal crearsi una “corazza” costruita sulle proprie convinzioni e necessità espressive, per respingere fortemente l’appiattimento sui generi di moda, sui trend del momento, difendendo la “libera scelta” che allontana da sé la “brutta copia delle iniziative altrui”.Altro suggerimento a chi si avvicini al mondo della fotografia è quello di studiarne le regole tecniche e compositive fondamentali, “insostituibili suggeritori per il creatore di immagini”, mettendo, comunque, sempre al centro dell’attenzione l’idea eterna ed unica della “creatività”. Vi sono, poi, tre pericoli che un fotografo deve evitare, sempre secondo gli insegnamenti di Pellegrineschi, che ho fatto miei e che, quindi, ripropongo a mia volta... Il primo è “sopravvalutare l’operato altrui”, che porta alla perdita della propria “VIA MORALE”, portando all’impersonalità e alla non-autenticità. Il secondo pericolo è quello dei cosiddetti “manovratori di professione”, quelli che Pellegrineschi definiva “ex-fotografi che, abbandonati la tank e l’apparecchio fotografico, si sono accorti che, con la penna, la fotografia la si fa come si vuole”. Il terzo ed ultimo è il “carosello dei premi” ed è qui, più che altrove, che può verificarsi “l’allontanamento da se stessi”, dove, per vincere e farsi premiare, si rischia di abbandonare il proprio percorso, creato principalmente dalle proprie emozioni e dal proprio vissuto, per deviare su percorsi di tendenza, dando vita ad una “maccheronica kermesse di cose già viste e riprese”. Insomma, occorre sempre rimanere se stessi, mantenendo integra la propria anima creativa…

 
Fotografie: © Libero Musetti

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio tutti i fotografi che sono presenti all’interno dei miei circa trecento libri fotografici e dai quali ognuno ha dato un contributo alla mia formazione di fotografo. Un sincero ringraziamento anche a Libero Api che con il suo paziente lavoro si dimostra un cultore della fotografia vera. 

Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

mercoledì 14 novembre 2012

Fotografi nel web #173: Miriam Marlia




Miriam Marlia: chi è?
Sono nata a Lucca il 6 giugno 1963 dove vivo con il mio compagno Franco Maffei. Ho due figli, Filippo e Tommaso (21 e 19 anni) e insegno Moda a Pescia (PT) in un Istituto di Istruzione Superiore. Amo la fotografia da sempre; durante gli anni del Liceo ho frequentato amici che fotografavano e stampavano da soli le loro fotografie in camera oscura, li ho seguiti affascinata dai loro sviluppi, ma in quel periodo non ho mai fotografato con impegno e serietà. In seguito, con la nascita dei miei figli, ho riempito album con foto dei loro compleanni, degli alberi di Natale e delle tappe più salienti da immortalare. 

Quando hai iniziato a fotografare?
Circa quattro anni fa ho conosciuto Franco, appassionato da una vita di fotografia e bravo fotoamatore e con lui ho ritrovato la gioia e il piacere di fotografare. Da allora una passione speciale mi accompagna e mi appaga ogni giorno di più, avendo riscoperto la voglia di trasmettere le mie emozioni, i miei stati d'animo, i miei pensieri con le mie foto agli altri.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare? 
Inizialmente mi sono "provata" su vari generi fotografici (paesaggio, street, ritratto, emotive), poi ho ricercato un genere fatto di composizioni geometriche, di segni, linee, curve, luci e ombre, di muri scrostati, di simboli legati alla mia città scegliendo un bianco e nero forte, rugoso, materico.Mi piace sperimentare, anche se mi sento più portata a fotografare la gente; il mio soggetto preferito sono le persone e ultimamente ho iniziato a lavorare sui ritratti con alcune mie alunne a scuola durante la preparazione di una sfilata di moda a tema sugli elementi della natura.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Apprezzo la qualità fotografica analogica, ma mi sento fortunata ad essere approdata alla fotografia "seria" nell'era del digitale e nel mondo espressivo della post.Infatti circa tre anni fa ho frequentato il mio primo corso, organizzato dal Lucca Digital Festival, durante il quale oltre a lezioni di storia della fotografia ho approfondito le nozioni principali della tecnica e di photoshop.In seguito, frequentando il Circolo Fotografico l'Altissimo di Seravezza, ho partecipato a un altro corso organizzato da Libero Musetti dopodichè ho iniziato a condividere le foto su Micromosso.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ansel Adams, Bresson, Giacomelli, Fontana, Scianna sono i fotografi che apprezzo di più, inoltre ho una passione forte per la fotografia di Diane Arbus.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Nel passato ho utilizzato una Nikon FE, attualmente uso una Sony Alpha 390 dotata di zoom 18-200.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Dopo essermi iscritta su Micromosso ho iniziato a postare le mie foto e la mia prima Home è stata con un ritratto di Franco in bianco e nero contrastato e un po' granoso (lui fuma, ha un'espressione da barbone davanti a una finestra senza vetro).A parte l'apprezzamento sul sito quella è una foto che mi piace tantissimo non solo per un fatto affettivo.




Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente continuo a fotografare con piacere, postando le mie foto sul web, cerco di migliorarmi leggendo libri di fotografia, studiando e documentandomi per crescere. Da settembre ho ripreso a frequentare il Circolo l'Altissimo; per il futuro non nego che mi piacerebbe molto poter esporre le mie foto in una mostra personale nella mia città o di realizzarla anche con Franco.Come ho già detto sto lavorando a un progetto di ritratti con le mie bimbe a scuola e spero di riuscire a tirare fuori qualcosa di buono.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto le mie foto lo scorso anno a Riomagno (25 e 26 giugno 2011), durante la prima festa della fotografia del paese; poi di nuovo quest'anno (24 e 25 giugno 2012). Ho partecipato a una mostra collettiva del Circolo Fotografico l'Altissimo alla Fondazione Arkad a Seravezza (febbraio 2012) e nel 2011 una mia foto è stata scelta per la mostra di Micromosso "Scatti dal web" a Lucca.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Non ho mai avuto riconoscimenti, né foto pubblicate su libri o riviste. 

Quanto tempo dedichi alla fotografia?

Purtroppo non dedico molto tempo alla fotografia; qualche uscita nel week-end e ritaglio un po' di tempo tra lavoro, casa e famiglia.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?

Quando riguardo i miei vecchi scatti penso che mi piacciono ancora anche se vi trovo difetti perchè adesso sono più attenta e più critica. 

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Le mie foto sul web sono su Micromosso e su FineArtPortugal.


Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non so, perchè francamente da poco mi sono avvicinata a questo bellissimo mondo e non mi sento in grado di dare consigli se non quello di non avere fretta, di cercare di studiare, confrontarsi e conoscere la fotografia dei grandi autori.

Fotografie: © Miriam Marlia

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Saluto tutti quelli che leggeranno questa intervista, ringrazio Franco che pazientemente mi sopporta e mi sostiene sempre e soprattutto ringrazio te, Libero, per l'opportunità che mi hai dato e per la tua attenzione alla mia fotografia. Un caro saluto.
grazie, Miriam

Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay 

venerdì 19 ottobre 2012

Fotografi nel web #172: Matteo Turina



Matteo Turina: chi è?
Un ragazzo sui trent... (quasi quarant.) anni, con tanta voglia di mettersi in gioco e divertirsi, sicuramente non un professionista, ma semplicemente un appassionato che si è avvicinato alla fotografia, pasticciando ritratti, stortando orizzonti, tagliando gambe e teste, spinto da un'iniziale passione della semplice conservazione dei ricordi, fino ad un'evoluzione di voler rappresentare ciò che vedo, ciò che incontro, ciò che vivo.. cercando di lasciarne traccia nelle mie foto.

Quando hai iniziato a fotografare?
Seriamente? Mai!Diciamo che fin da adolescente avevo la mia macchinetta fotografica, una vecchia Yashica automatica a pellicola, che utilizzai per pasticciare i miei primi ricordi… con un po’ più di spensieratezza ed impegno con il mio primo vero viaggio… Ricordo ancora di aver acquistato una macchina, una compatta digitale dell’Olympus, in società con la mia fidanzata dell’epoca, proprio per l’evento, e di aver approfondito al massimo il suo utilizzo con tutte le funzioni possibili per aver “il miglior tramonto possibile”, l’agognata immagine sognata da tutti i fotografi in erba e che non manca mai nella collezione di tutti i viaggi di tutti i parenti ed amici!!! Ecco, lì è scattata la molla della passione fotografica, carriera però bruscamente interrotta a seguito rottura fidanzamento e conseguente sequestro della macchinetta digitale… Ma non mi sono arreso, solo un anno dopo sono riuscito nell’intento di continuare a  tediare la parentela, grazie ad un nuovo acquisto per il lieto evento della nascita del 1° figlio… da lì in poi è stato un crescendo con la fotografia fino a conoscere perfettamente tutte le funzioni della mia Coolpix… ma non è tutto… Nel mentre di una dura sessione fotografica dei miei primi tramonti, bimbi ripresi dall’alto e quant’altro possa annoiare terribilmente, due miei cari amici notano un paio di fotografie, niente di speciale, ma qualcosa li colpisce, fino al punto di spingermi a comprare la prima reflex suggellando così il mio matrimonio con la fotografia... in fondo avranno pensato che sotto la dura scorza di questo pessimo foto-appassionato qualcosa di buono si poteva tirar fuori…

Quale genere ti piace maggiormente fotografare? 
Senza ombra di dubbio il ritratto, penso che sia la forma di fotografia con la quale mi trovo più a mio agio, che mi viene più istintiva e spontanea, quando ritraggo una persona cerco sempre di coglierla in momenti in cui non faccia caso a me per carpire al massimo la spontaneità, difficile ma secondo me la migliore forma di fotografia raccontare una persona. Sto approfondendo anche altri generi, fra i quali il paesaggio ed i reportage, che adoro, ma sono ancora in fase di studio, ho preparato tre piccoli reportage pubblicati dal portale di fotografia Micromosso:
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=5747
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=6027 
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=6204

Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, ma mi piacerebbe molto, anzi se vuoi caro Libero sono disponibile per un work shop! Scherzi a parte, purtroppo il tempo per me è sempre troppo poco, avendo una piccola impresa artigiana sono sempre al lavoro e mi è difficile, per ora, riuscire ad approfondire anche se leggo molte riviste e libri specializzati. Prima o poi so che dovrò farlo, perché secondo me, se apprendi bene le regole, puoi finalizzare meglio la tua arte, la tua maestria, il tuo istinto fotografico.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Sto ancora studiando ma sicuramente Ansel Adams, Robert Capa, H.C. Bresson, per il passato al maschile, mentre al femminile Dorothea Lange, che esprime un genere di reportage a cui sono molto affezionato... Per quanto riguarda la fotografia moderna sicuramente Bryan F. Peterson, David Alan Harvey, Steve McCurry.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Come scritto, usavo una vecchia Yashica automatica, una macchina indistruttibile per me, l’ho portata ovunque, ha fatto il militare dai Monti di Vipiteno al mare siciliano, alle varie gite scolastiche, alle ferie con i genitori, nonostante la trattassi come un ferro vecchio non mi ha mai tradito! Poi sono passato ad una compattina della Nikon, la Coolpix L1, per un paio d’annetti con un’entry level sempre Nikon, la D3000 con 2 obbiettivi Nikkor: un 18-105 f3,5-5,6 (il mio tuttofare comodo in qualunque situazione) ed un 70-300 f4,5-5,6 (il tele per i miei ritratti da lontano). Ora possiedo una D7000 nuova di fiamma per avere una macchina maggiormente performante.

Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?


Ho parecchi scatti a cui sono legato, ma questi due sono la scintilla del mio accrescimento fotografico, quando il mio "Mentore fotografico"  li ha visionati mi ha spinto a comprare un’attrezzatura più consona all’uso a cui mi dedicavo, mi ha spronato a scattare di più e in condizioni diverse, mi ha dato fiducia (anche troppa a volte), mi ha sgridato e criticato (giustamente) e mi ha iniziato alle regole base della fotografia, facendo crescere in me la passione che ora condividiamo.


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Avevo un progetto fotografico da svolgere in Ucraina per dipingere al meglio la gente del luogo e l’ho appena sviluppato nel portfolio indicato prima, un’idea che avevo in mente da quasi un annetto e che con la complicità delle persone del posto sono riuscito a portare a termine.


Ora per il futuro ho un’idea ancora un po’ allo stato embrionale ma se riesco a coinvolgere un mio caro amico penso ad una serie di ritratti un po’ particolari, vedremo…

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Sì, ed è una delle cose che preferisco perché, grazie a queste, ho conosciuto persone splendide, con cui ho vissuto meravigliosi momenti di giovialità, in particolare l’esperienza di Rio Magno in quel della Versilia sulla fine di giugno appena passato, quelle di Lucca a maggio di quest’anno e novembre dello scorso anno dove, grazie al Circolo Fotografico MicroMosso, ho avuto la possibilità di mostrare i miei lavori, ma soprattutto incontrare altri autori con cui condividere e discutere idee, pareri ed esperienze, accrescendo così il mio bagaglio fotografico ma soprattutto allacciando nuove amicizie, che proseguono in alcuni casi oltre la mera fotografia…
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=4790
http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=5878

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Libero magari! …sono ancora all’inizio, anche se l’idea è molto allettante ne ho di strada da fare... per ora qualche foto del giorno sul web in alcuni siti.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Sempre troppo poco di quello che mi piacerebbe, ma non si possono avere giorni di 28 ore?

Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Ahi ahi, vuoi sapere di quando delle guardie penitenziarie accorsero lungo il recinto e mi puntarono e mi intimorirono perché volevo degli scatti per un contest intitolato “confini”, e mi misi a fotografare la cinta della prigione di Brescia, oppure ultimamente per strappare un paio di foto ad un amico riottoso il convincimento mi è costato una di bottiglia di vodka (con mio grande dispiacere ;-)) o di quando il mio amico\modello\assistente per assecondare la mia foglia di still life in pieno inverno si è fatto una doccia di acqua fredda in quanto lo scatto multiplo della D3000 è molto lento e quel rullino di farsi riprendere nel modo giusto non ne voleva sapere…

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Faccio come Fantozzi alla vista di sua figlia Pina… oddio che mostri… No scherzo, taluni li guardo con molto più senso critico e ne riconosco facilmente gli errori, altri anche se cannati li guardo con affetto, sono comunque i miei primi passi...

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Mi piacerebbe avere un sito tutto mio ma per ora va bene così, visito i vostri ;-) Mi trovate a giocare qui http://www.fotocontest.it/profilo.php?id=12847 (sotto falso nome). Potete andare sull’internazionale cercandomi su http://pix.ie/ukraino dove, sempre sotto mentite spoglie, mi diverto a confrontarmi con amici virtuali Irlandesi (sito conosciuto attraverso al mia grande passione per la Guinnes). Ma se posso dare un consiglio il meglio lo trovate su MicroMosso sito a cui sono molto legato grazie al quale sono cresciuto veramente, e dove sono riuscito a conoscere anche persone splendide…

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Primo: studiare, leggere le regole fotografiche ma anche il libretto di istruzioni della nostra macchina, a volte non lo sappiamo ma la tecnologia ci serba molte sorprese utili alla nostra creatività; secondo: provare e riprovare senza demordere; terzo: condividere e lasciarsi criticare con molta umiltà, è solo scoprendo i nostri errori che possiamo migliorarci…

 Fotografie: © Matteo Turina
 
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Certo che sì! Il primo ringraziamento a mia moglie che pazienta un sacco per questa mia passione, ed ai miei figli che mi sopportando facendo da modelli. 
A Sandro e Roberto amici da una vita, sostenitori dei miei primi passi nonché insegnanti sulle prime regole di base. 
A Carlolong e Nicola L. amici prima nel web poi nella vita, apportatori di consigli e di insegnamenti, sia fotografici che di postproduzione, nonché consiglieri di letture adeguate alla mia scarsezza. 
Allo staff ed agli amici di MicroMosso, persone vere e sincere che con le loro disamine mi hanno aiutato tantissimo, in particolare (ma non se la prenda chi dimentico, siete tutti compresi) Caterina, Antonio P., Fiorella, Saro, Ivana, Susanna, Luigi, Gigi, Marco Furio, Lucia, Antonella, Donato, G.T., Raffaele. 
Ed in ultimo, ma non per importanza, a te Libero che mi hai donato pazienza e spazio...
p.s. ma c’hai così tanti gigabyte da buttare per far scrivere uno scarsone come me? :-)

Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay